«Sindaco, sei una testa di...». Bufera a Livorno sulla consigliera di FdI. Cosa è successo in aula
Dopo le parole di Amadio in consiglio arriva la municipale, seduta sospesa. Salvetti: «Sarà denunciata d’ufficio per offese a pubblico ufficiale»
LIVORNO. «Ho chiesto al presidente di interrompere la seduta del Consiglio comunale quando la consigliera Amadio mi ha chiamato testa di…». Le parole del sindaco Luca Salvetti misurano la temperatura dello scontro tra lui e la consigliera comunale di Fratelli d’Italia (FdI) Marcella Amadio. Dalle pagine di giornale il conflitto si è spostato nell’aula del Consiglio comunale. E da politico si è fatto personale.
Sono giorni che, attraverso le pagine del Tirreno, i due politici non se le mandano a dire. «Salvetti è il peggior sindaco della storia di Livorno. È una persona velenosa e avvelenata», le parole che Amadio ha pronunciato al congresso del suo partito sabato scorso. «Amadio fa politica per lo strapuntino, dei livornesi non gliene frega nulla», la prima replica di Salvetti.
E avanti l’acceso botta e risposta, culminato ieri con l’interruzione della seduta del Consiglio comunale da parte del presidente Pietro Caruso, e con l’arrivo in aula della polizia municipale. Che ha ascoltato i presenti, in vista di eventuali querele, dunque processi.
È durante l’approvazione da parte del Consiglio di un emendamento a un atto del consigliere FdI Alessandro Palumbo che il sindaco gli fa notare che fosse solo al banco in quel momento, senza i compagni di partito. «Scherzando, ho detto di far chiamare tutti i consiglieri, perché Amadio e Perini (Alessandro, consigliere di FdI) per far votare l’atto. Intanto a Palumbo ho detto che si fa le foto insieme ai suoi compagni di partito e poi lo lasciano solo a votare l’atto», il racconto del sindaco.
Rientrati in aula Perini ed Amadio, lo scontro si è acceso ancora di più. «Mentre parlava il consigliere La Sala (Giovanni, Livorno civica, ndr) , Amadio ha iniziato a chiamarmi, per farmi vedere che era abbracciata a Palumbo, e mi ha chiesto se così andasse bene». A questo punto il primo cittadino ha mostrato il pollice in su, in segno di approvazione, verso i consiglieri: «gli ho detto “così va bene”. E lei è scoppiata e mi ha detto “testa di…”».
Questo il momento incendiario che ha costretto Caruso a sospendere la seduta. Non conferma e non smentisce di aver usato l’espressione “testa di…” per offendere il sindaco la consigliera.
«Quando si doveva votare l’emendamento di Palumbo ero fuori a parlare con un signore, di un problema che c’è in via Badaloni. Quando sono rientrata il sindaco ha cominciato a fare battutine – dice Amadio – . Il diverbio che c’è stato, c’è stato perché il sindaco si è alzato dal suo scranno, si è avvicinato al mio banco, aggredendomi verbalmente. Questo un sindaco non lo deve fare».
E mentre la consigliera di Fratelli d’Italia non ammette e non smentisce di aver appellato Salvetti come “testa di…”, non si fa problemi a dire che «il sindaco stamani è andato sul personale. Ho detto una serie generica di cose. L’ho chiamato pettegolo, e lavandaia, precisando tutto il rispetto per le lavandaie. Continuo a dire che è il peggior sindaco di Livorno».
Commenta il fatto anche Palumbo: «Il sindaco ha provato in maniera maldestra a mettere zizzania tra me e la mia capogruppo. Dal sindaco della mia città vorrei un comportamento istituzionale, non vedere un provocatore» .
La questione tra i due, comunque, non finisce con questo scontro, anzi. Il sindaco è deciso ad andare avanti. Salvetti, infatti, sta pensando di querelare la consigliera. «Ho raccontato tutto alla polizia. Ho chiesto all’avvocatura del Comune come mi devo comportare, in quanto offeso, prima che come sindaco come Luca Salvetti – le parole del primo cittadino – . Dall’avvocatura mi hanno risposto che se non dovessero esserci gli estremi per una querela personale, si procederebbe comunque d’ufficio, per offesa a pubblico ufficiale».
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