Livorno, ragazzina di 16 anni presa a pugni fuori dalla scuola e mandata in ospedale da un’ex studentessa
Un’alunna di 16 anni picchiata da un’ex studentessa mentre sta uscendo da scuola. Dietro l’aggressione forse ragioni sentimentali
LIVORNO. Ha aspettato che uscisse da scuola per aggredirla brutalmente, prendendola a pugni in faccia e rischiando di romperle il naso. Choc, poco dopo le 11 di ieri, fuori dal liceo scientifico Cecioni, dove una studentessa di seconda superiore, 16 anni, è stata colpita con violenza inaudita da un’ex alunna (coetanea, secondo una prima ricostruzione) che l’ha mandata all’ospedale. Ragioni sentimentali, stando a quanto ricostruito, dietro al pestaggio contenuto solo grazie all’intervento di alcune amiche della vittima, che sono riuscite a fermare l’altra giovanissima, che evidentemente sapeva benissimo che quella classe ieri mattina sarebbe uscita prima, alle 11,10, a causa dell’improvvisa assenza di un professore. Qualcosa di organizzato, premeditato, esclusivamente per aggredire la sedicenne e farle del male. Con qualche compagno che, sicuramente, l’ha avvertita del cambio di programma, in modo che potesse incrociare la sedicenne lungo il tragitto abituale verso l’autobus o il motorino.
Le ferite e le cure al pronto soccorso
L’alunna ferita è stata immediatamente assistita nell’infermeria della scuola, con i responsabili che l’hanno accolta sanguinante al volto e dove l’ha raggiunta anche il preside Rino Bucci, messosi personalmente in contatto con i genitori e ora, sempre a loro disposizione, al lavoro per capire come preservare la scuola episodi così violenti che, sebbene avvenuti fuori dalle mura scolastiche, sono comunque successi nelle pertinenze dell’istituto superiore, in corrispondenza dell’uscita sul retro, quella vicino al geometri. Poi, i volontari della Svs di via San Giovanni, con un’ambulanza l’hanno accompagnata al pronto soccorso, dal quale per fortuna nel corso del pomeriggio è stata dimessa.
Il dirigente: «Intollerabile»
«Come scuola ci siamo subito attivati, perché gesti di violenza non sono assolutamente tollerabili – le parole del dirigente scolastico – inoltre non è consentito accedere alle pertinenze scolastiche per farsi giustizia da soli. Noi portiamo avanti un concetto di scuola aperta, una decisione che ci porta una responsabilità ancora maggiore di quella che avremmo normalmente, perché se è bello vivere in un ambiente accogliente, deve comunque essere sereno. È capitato in passato che siano pervenute delle segnalazioni di ragazzi non iscritti all’interno della scuola, in occasione delle assemblee di altri istituti. È bene rimarcare, se ce ne fosse bisogno, che non sono consentiti. Su questo punto siamo intransigenti e faremo la nostra parte segnalando alle forze dell’ordine ogni volta che si verificheranno intrusioni nelle pertinenze, come in questo caso specifico. La denuncia da parte della famiglia della nostra studentessa è doverosa, su questo fronte siamo al loro fianco. C’è molta amarezza, perché se da una parte proponiamo una visione di scuola aperta e attiva, dall’altra episodi del genere rappresentano una ferita per tutto il lavoro svolto dalla comunità. Prima di tutto, l’ambiente scolastico deve essere accogliente, lo dico anche da genitore. Davanti a episodi del genere una presa di posizione decisa è necessaria».
Bucci, ieri pomeriggio, si è recato dalle forze dell’ordine per capire come tutelare la scuola. L’obiettivo è infatti evitare che altri ragazzi, o comunque persone estranee alle lezioni in classe, si introducano all’interno per provocare disordini.