Il basket piange Vinicio Vanni, imprenditore e dirigente sportivo
Livorno: aveva 90 anni. Il ricordo dei familiari: «Un uomo brillante che amava la vita»
LIVORNO. Ha dedicato tutto se stesso alla sua azienda e allo sport, che ha praticato come giocatore (calcio) e che poi ha seguito come dirigente (pallacanestro). E, come dicono i suoi familiari, «era un uomo che amava profondamente la vita». Vinicio Vanni è morto ieri all’ospedale di Livorno. Aveva novant’anni e lascia un grande vuoto nei cuori delle tante persone che l’amavano. In quelli degli ex colleghi, delle atlete che ha allenato e soprattutto in quelli della moglie Giovanna e dei figli Alessandro, noto commercialista e Fulvia. Vanni lascia anche sei nipoti e due bisnipoti.
Un tempo lavoratore della Dioca, Vanni a un certo punto della sua vita ha deciso di mettersi in proprio fondando, con alcuni soci, l’impresa Italipetrol. Azienda di cui è stato vicepresidente. Grande lavoratore, Vanni è stato anche – dal 1990 al 2000 – vicepresidente della Acli Basket, seguendo per anni dai vertici la pallacanestro femminile.
Del resto Vinicio Vanni ha sempre avuto un grande amore per lo sport. In gioventù, infatti, giocava a calcio e ha sempre seguito le corse dei cavalli. Amante dei bagni d’inverno, frequentava i Bagni Lido dove non di rado, d’estate, partecipava alle gabbionate in compagnia. Il mare è sempre stato nel suo cuore.
Chi conosceva Vinicio Vanni lo descrive come un uomo «brillante». Come un imprenditore dedito al suo lavoro e uno sportivo che, da vicepresidente del basket femminile, ha sempre messo tutto se stesso nelle attività intraprese per la società e per le sue giocatrici.
La salma di Vinicio Vanni si trova da ieri alla camera mortuaria dell’ospedale di Livorno, sul viale Alfieri ed è proprio qui – nella picola cappella della camera ardente – che questo pomeriggio si terrà il funerale dell’imprenditore. Qui, alle 15, chi vorrà potrà dare l’ultimo saluto all’imprenditore che ha contribuito a fondare Italpetrol e che è stato ai vertici del basket. Al padre e al nonno amorevole. All’uomo «che amava la vita e che affrontava tutto con passione».l