Addio ad Angiolo Di Batte: era il tipografo di Livorno
Cavaliere della Repubblica per non aver risposto al "Bando Graziani" in epoca fascista, ai Bagni Pancaldi era un’istituzione
LIVORNO. Addio al tipografo dei livornesi, il novantanovenne Angiolo De Batte, all’anagrafe Di Batte «ma a Livorno ormai è noto che “Di“ o “De” Batte sono la stessa famiglia», spiega il figlio Nicola. Una famiglia di tipografi che dal 1870 ha stampato di tutto e per tutti, dalle locandine dei teatri ai manifesti elettorali, dai biglietti da visita e partecipazioni ai giornali locali, libri, fatture, stampati commerciali.
Figlio di Otello Debatte “Tipografo” (così è scritto sulla lapide del cimitero di Antignano) e Gina Smith, sorella dell’attore degli anni Trenta-Sessanta Bruno Smith, era il marito di Dora Calindri, sorella di Ernesto. Primo di tre fratelli, Bruno e Mauro anche loro tipografi, «è l’ultimo a lasciarci – prosegue il figlio – e rimane la sorella Anna». Aveva sposato una gorgonese, Ersilia Citti, detta “Lia”, che riposa nel cimitero dell’isola dal 2009, da cui ha avuto due figli, Andrea e Nicola. Cavaliere al merito della Repubblica, nominato «per non aver risposto al cosiddetto “Bando Graziani” del 1943 di reclutamento obbligatorio riservato ai giovani italiani nati nel 1916-26 per la formazione dell’esercito della Rsi. Dei 180.000 richiamati alla leva da questo primo bando – ricorda la famiglia – solo 87.000 si presentarono, tutti gli altri disertarono e molti di loro fuggirono raggiungendo le formazioni partigiane: lui quella di Follonica dove era sfollata la famiglia».
Molti lo hanno conosciuto ai Pancaldi dove la famiglia era un’istituzione. Le sue passioni, oltre al lavoro, la pesca, la caccia, il teatro e la lirica. L’ultimo periodo era solito condividere il “colazionacolo” alla Baracchina Rossa o allo Chalet della rotonda con i figli, nipoti e amici, raccontando aneddoti di un secolo di vita vissuta, sempre con ottimismo e serenità. l