Emanuele Bassi, con lui è rap alla livornese (anche se non è di Livorno)
In meno di una settimana la prima canzone del giovane piombinese sparata sul web ha avuto oltre 400mila visualizzazioni: ecco il testo
LIVORNO. Parafrasando un paio di detti di tendenza oggi, l’impresa del giovane Emanuele Bassi che dal nulla, dall’anonimato del paese di provincia (Piombino), in una settimana, è diventato per tutto il popolo del web italiano “il rapper livornese” (un ragazzo da 400mila visualizzazioni, tuttora in crescita esponenziale), si potrebbe riassumere in “diventare virale: lo stai facendo nel modo giusto”. Virale è la parola chiave di questi tempi: un’impresa alla quale molti aspirano (quasi tutti quelli che pubblicano su Youtube o Facebook, alla fin fine, sperano di diventarlo) ma pochi ci riescono davvero.
È un passaparola, basato sui click e le condivisioni, spesso casuale, che ti trascina sulla bocca di tutti o meglio, sulla bacheca. Spesso la qualità artistica ha poco a che vedere con la “viralità”, è più un miscuglio tra un pizzico di premeditazione (un lancio sulle piattaforme adeguate) misto ad una buona dose di fortuna (parecchia) – si diventa virali più perché il video si trova “nel posto giusto al momento giusto” insomma, che non per particolare merito o bravura dell’artista in questione. Ed Emanuele c’è riuscito benissimo (probabilmente pianificando a tavolino tempi e metodi della comunicazione).
Dopo una premessa informale basata su una osservazione interessante “Ci sono rapper milanesi, napoletani, ma non ci sono rapper toscani”, dice Bassi (non tenendo conto, però, del Jovanotti prima maniera, nato a Cortona e quindi toscanissimo – ma giustifichiamolo: Emanuele non era ancora al mondo ai tempi delle scanzonate “Gimme five” o “La mia moto”), il video della durata di poco meno di 4 minuti, diventa poi un divertente rap giovanilistico dalla spiccata calata “toscana” che ha come refrain e tormentone il vecchio detto delle nostre parti “Non sei mia mi’ amio” (l’equivalente della “hohahola hon la hannuccia horta horta” dei fiorentini).
La musica elettronica è gradevole (con echi reggae/rasta), l’accento volutamente marcato (che fa gioco/simpatia specie tra i non toscani), e le visualizzazioni sono schizzate alle stelle – tra migliaia di “O chi si crede d’essere?” o “Ma l’hai visto questo?” (i trucchi del “mezzo” oggi e pure del “fine”, che giustifica il mezzo: va tutto bene, pur che se ne parli). Subito sono fioccati i commenti tra gli utenti di Facebook, dove il fenomeno si è generato (300000 visualizzazioni contro le 85.000 di Youtube): “Ma di dov’è? Ma non è mica livornese, sembra più fiorentino”. In realtà, la provenienza è chiarissima, nel video cita pure la famosa Piazza Bovio (di Piombino, appunto). Poi, per sapere di “dov’è” e “chi è” davvero Emanuele, bastava cercarlo su Facebook. Eccolo lì, sorridente, col suo profilo aperto sulla canzone. Qualche settimana fa aveva pochi amici, ora, grazie al video, ne ha molti di più. Probabilmente, a giorni, dovrà creare un altro profilo.