Il Tirreno

Livorno

I rappresentanti di cinque religioni ai Lupi per il funerale dello storico galantuomo

«Una vita vissuta per il dialogo» L'affettuoso addio a Paolo Castignoli

L’intervento del sindaco Cosimi
L’intervento del sindaco Cosimi

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LIVORNO. Un signore sempre pacato e elegante come lui avrebbe sorriso davanti alla definizione di gigante. Eppure, davanti all'affetto che ieri pomeriggio si percepiva al cimitero dei Lupi, l'impressione è che con Paolo Castignoli sia scomparso davvero un gigante. Un gigante della cultura e, soprattutto, del dialogo. A salutarlo, davanti alla sala del commiato della cremazione, c'erano i rappresentanti di cinque confessioni religiose e esponenti del mondo politico, culturale e associativo della città e non solo. Commossa, la figlia Cristina alla fine ha salutato tutti coloro che hanno partecipato a una cerimonia semplice ma sentita, nella quale ognuno ha ricordato le grandi qualità dell'uomo e dello storico Paolo Castignoli.  Introdotti dal direttore dell'Archivio di Stato Massimo Sanacore, hanno parlato l'imam Abdelghani Boukhari, Gabriele Bedarida in rappresentanza della Comunità ebraica, don Pietro Giovanaschi delegato della diocesi, Lino Riccobono dell'Istituto buddista e il pastore valdese Klaus Langeneck. Prima di loro, Pio Gianelli di Corea aveva voluto dedicare un canto gregoriano a Castignoli.  «Ha dedicato la sua vita al dialogo», è stata la sintesi che don Giovanaschi ha fatto della vicenda umana di Paolo Castignoli. Ma anche gli altri intervenuti hanno usato parole di affetto e non di circostanza. Come il professor Adriano Prosperi, che ne ha ricordato la passione e la disponibilità ad aiutare chi si avvicinasse alla storia. E come il sindaco Alessandro Cosimi. «Parlo di lui come un amico addolorato - ha detto - e non dimenticherò mai gli incontri anche brevi in piazza del Municipio, dai quali venivo via sempre arricchito in qualcosa».

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