Il Tirreno

I voti

Sanremo 2025, le pagelle della finale. Lucio Corsi è sole: 9. Giorgia stona ma.. 8. Elodie ieratica ed erotica (7,5). Fedez 5

di Mario Neri

	Lucio Corsi
Lucio Corsi

I nostri giudizi alle canzoni in gara alla 75sima edizione del festival condotto da Carlo Conti

8 MINUTI DI LETTURA





Sanremo 2025, la serata finale (il racconto). Qui le pagelle dei 29 cantanti in gara.


Sarah Toscano

La voce sale, scende, guizza, saltabecca, s’affretta e rallenta. Questa Lolita della canzone moderna non è ancora sbocciata, al prossimo Sanremo la vedremo fra i veri big.

Voto 6,5


Rkomi

Sembra anche un bravo ragazzo, ma io proprio non ce la faccio. Io sta cosa che gli urban trapper milanesi continuano imperterriti a violentare le vocali non la reggo. Per tenere botta, alla Crusca secondo me buttano giù un Tavor.

Voto 4


Gaia

L’onda creola è cresciuta lentamente, come rami dell’edera Gaia ha arrampicato Sanremo sera dopo sera. Lei per niente ieratica, ma sempre parecchio erotica. Stasera cita pure Mina con quelle sopracciglia nude. Monna Lisa balla la samba. La chiamo io.

Voto 7


Massimo Ranieri

È come una pausa, un sottofondo piacevole. Un grande classico che non stupisce ma neppure sfiorisce. E a quest’ora ce lo facciamo bastare.

Voto 6


Joan Thiele

Quella chitarra distorta, quei bassi sordi, quel soffiato country e sadcore che ricorda Nancy Sinatra. Joan ha varcato un oceano, è una straniera che parla una lingua che ancora non capiamo benissimo ma ci rapisce.

Voto 7


Shablo ft Guè, Joshua e Tormento

C’è un coro gospel appena accennato nell’intro che fa ben sperare, il sax in sottofondo che ricorda certi pezzi di Vasco. Poi ripetono lo stesso ritornello in modo ossessivo, sta street song è una crash, direbbe la Marcuzzi. Sono nella top ten degli ascolti. Nuda cronaca. Che io non capisco.

Voto 4


Fedez

Nel voto popolare è uno dei top player, e in questo si è già preso la sua rivincita su critiche, giudizi acrimoniosi e sferzanti. Il suo diario intimo è sincero, non significa che sia anche un’opera d’arte. Non basta avere un ,male oscuro o il diavolo in corpo per essere un Berto o un Radiguez. Voto 5


Irama

È tutto istinto e natura, Irama. Rude e melodico, questo soldatino di piombo, questo schiaccianoci per cuori infranti. Ma è sempre un po’ metallico, le performance sempre uguali a se stesse.

Voto 5


Lucio Corsi

Non sarà altro che Lucio, uno normale e non un duro, ma è quello che ci ha donato più sole per i nostri occhi. Non sarà un hype per i miei figli, ma fra vent’anni mi diranno “babbo, il cantautorato italiano, Corsi e De André, cosa vuoi capirne te”.

Voto 9


Elodie

Dimenticarsi, eh. La fai facile tu che qui siamo ancora stregati dall’epoca in cui sei comparsa come Andromeda. Perfetta, elegante, ieratica e erotica. Scenderei milioni di scale all’Ariston pur di risentirla.

Voto 7,5


Simone Cristicchi

C’è Selvaggia che lo blasta e dice che è banale, che non sarebbe crudo, realista, ma solo troppo romantico e zuccheroso, perché la canzone di Simone è senza guizzi, metafore complesse, grandi antonomasie, è solo poetica del quotidiano. E sa di poterlo dire perché di testi se ne intende. Chissà cosa avrebbero detto Saba, Gozzano o Zanzotto sentendo questo quasi cinquantenne che li ha studiati così bene.

Voto 8


Giorgia

Oddio, ma davvero, l’ho sentita solo io quella piccola increspatura all’inizio, quella vibrazione rotta, quella impensabile frattura melodica? Cioè, anche Giorgia può stonare?! Se è vero, l’ha resa solo più umana, una cura per la nostra autostima che vorremo cantarla sotto la doccia a ripetizione.

Voto 8


Coma_cose

Anvedi California, con quello stile punk e un po’ sadomaso, con quei pizzi e il cappello rosso, s’è divorata il palco. Peccato per Fausto, relegato a comparsa. Proprio senza cuoricini.

Voto 7


Achille Lauro

Questo festival l’ha fatto gigioneggiando, senza provocazioni, Rolles-Royce, piume e tutine. Dicono che anche lui si sia normalizzato. Achille è una vecchia volpe. Dopo averci illuso anni fa con l’immagine della GenZ fluida e nuova, ora ci canta questa ballata d’amore che sembra racconti una storia degli anni ’30. E lui, con quell’aria da gangster, ci ha fregati tutti.

Voto 8


Olly

Ha già vinto nel voto dei giovani, che poi è quello che conta per i numeri e il mercato. Ed è il riscatto del compagno di banco con l’erre moscia e senza troppe qualità che dalla sua cameretta, un po’ smanettone, ha sfondato scrivendosi canzoni invece di ammazzarsi a Fortnite. La critica la vinca qualcun altro.

Voto 7


The Kolors

Anche stasera il rendez-vous ovviamente è con gli anni ‘80, Stash con l’outifit cita addirittura i Depeche Mode. Poi però ci conduce col suo tormentone in una discoteca di Mykonos. C’è pure la scenetta con l’amico ballerino e situzionista. Una accozzaglia. Anche no.

Voto 5


Rocco Hunt

La voce scugnizzo del sud, un po’ stereotipata ma rappresentativa. Nel voto popolare potrebbe essere lassù, poco sotto Fedez e Olly. Stampa e radio lo ridimensioneranno. O almeno, lo spero.

Voto 4,5


Noemi

Non spacca su Spotify, non è una delle regine dell’urban, non insomma nel giro di quelle che macinano follower e dollari, ma resta una delle interpreti più sorprendenti. E stasera la voce graffiata avvolta in questo outfit da elfa di Tolkien ha reso l’ossimoro un sacco rock.

Voto 7


Francesco Gabbani

Se l’è giocata di esperienza, sciolto, come sul palco di casa, come se l’Ariston fosse una piazza di Carrara e Viva la vita è venuta fuori per quel che è, una bella canzone, senza alambicchi, scorciatoie retoriche e ammiccamenti, dritta per dritta. Viva la vita.

Voto 7


Brunori Sas

Orbati di Faber e Gaber, considerato l’inamovibile rigetto di Francesco Bianconi per il festival, resta l’unico capace di punteggiare una ballata dolce avara d’amore amaro con immagini evangeliche senza farle apparire cupe o troppo impegnate, senza farne una sfida al nostro bagaglio culturale. Commozione.

Voto 8


Serena Brancale

Lei sarebbe anche una brava polistrumentiista, solo che questo pezzo spaccherà pure nelle disco, ma anema e core è l’unica cosa che si capisce, il resto è un minestrone di pizzica, samba, ritmi latini e pare pure una stanza su Only fans.

Voto 4


Clara

Vi prego qualcuno le dia qualche lezione di dizione, vi supplico aggiustate le vocali a Clara. Per il resto la giaguara di Varese stasera s’è sbranata l’Ariston.

Voto 6


Tony Effe

Stasera ha messo anche la catenina col crocifisso. Il resto era tutto abbastanza piatto, ordinario, quasi borghese ohibò. Insomma, l’Ariston ha normalizzato Tony, Carlo Conti ha romanizzato i barbari. Ma almeno ci avesse fatto vedere il Vercingetorige della truzzaggine.

Voto 3


Rose Villain

Rose sì, stasera ha passato il limite. In questo urban concepito come un trittico sonoro, lei che stasera sembrava un mix fra una Bulma e vedova nera, ha compiuto l’ultima mutazione. Super sayan. Illegale.

Voto 7


I Modà

Ora, stasera avrei potuto sopportare anche gli strilli di Kekko, avrei accettato il fatto che a un certo punto in questa canzone servirebbe un esorcista per far uscire dal suo corpo il fantasma di Roby Facchinetti, ma quella camicia Kekko no, proprio no: non è un quadro di Kandinsky, sembra il telo da mare der Piotta.

Voto 4 + (il + perché ha rievocato il Piotta)


Bresh

Ok, quello che percorre questo ragazzo di Lavagna non è un sentiero di nidi di ragno, la tana del granchio non è un covo di poesia e limoni come lo è stato per tanti cantautori liguri. Ma sarà che ho ancora nelle orecchie Creuza de ma, sarà che non è uno dei giovani con l’urticante autotune, ma Bresh è fresh.

Voto 6,5


Marcella Bella

A sentirla così, di botto, uno dice, ehi, ammazza che salto: la trasformazione da Montagne verdi a manifesto di empowerment femminile deve essere il frutto di una carriera ricca, evolutiva, piena di successi. Solo che Marcella era sparita per trent’anni e sembra tutto un po’ posticcio.

Voto 5


Willie Peyote

Il dissing agli asterischi e al perbenismo linguistico, insomma all’odioso politically correct che storpia la nostra lingua, ce lo rende parecchio simpatico. E anche se mescolati in questa simil samba, ci piacciono quegli echi che ricordano un po’ Daniele Silvestri. Chissà però come l’hanno presa i Jalisse.

Voto 6 +


Francesca Michielin

Note molto paradisiache, molto poco fango nelle emozioni, anche se trasforma questo melody pop in un colloquio d’amore con lo spettatore. L’interpretazione c’è, manca il cartello giallo per terra “attenzione al pavimento, si balla”.  

Voto 6

Primo piano
Il caso

Terme, non basta l'acqua riscaldata per chiamarle così: la storica sentenza. Stangata per i centri benessere

di Luca Cinotti