Caos agriturismi, in Toscana si azzerano le prenotazioni: il caso "informatico" che fa infuriare gli imprenditori
Ora i titolari di strutture ricettive valutano la richiesta collettiva di risarcimento
Agriturismo.it, il portale di riferimento per le vacanze negli agriturismi, d’improvviso cambia pelle. E in questo periodo dell’anno, cruciale per le prenotazioni, i titolari delle aziende si ritrovano con le recensioni dei clienti non più visibili, i canali di contatto diretto non più disponibili, una visibilità ridotta e un conseguente tracollo delle prenotazioni. Un disastro. Tanto da spingerli a serrare le fila per chiedere un risarcimento e, se necessario, avviare una class action.
Cosa è successo
L’allarme parte dalla Toscana, culla del turismo lento legato alla natura e all’agricoltura, che conta circa 1.100 delle 4.500 strutture in tutta Italia. E in particolare parte dalla Val di Cecina. «Dal 1° aprile il portale non è più quello di prima», spiega Monica Antoni dell’agriturismo San Carlo a Pomarance (Pisa), uno dei primissimi nati in Italia. «Fino a quel momento, e io ne faccio parte da 20 anni, era davvero dedicato all’esperienza dell’agriturismo, fatto su misura per chi è alla ricerca di qualcosa di più di un posto dove dormire e basta. Ad esempio tra i criteri di ricerca potevi mettere la vendita prodotti bio o comunque di prodotti locali, la fattoria didattica, i corsi di cucina e così via. Dal 1° aprile, invece, questi servizi non vengono esplicitati ma si dà rilievo solo all’alloggio: camera o appartamento». Insomma, si è snaturata l’identità del portale, si è abdicato alla missione di valorizzare gli agriturismi autentici, e si propongono in maniera indistinta camere, appartamenti o case vacanza, cancellando quel valore in più che dà l’agriturismo autentico. «Inoltre – prosegue Antoni – noi strutture finora potevamo avere un contatto diretto con i clienti e i clienti potevano chiamarci direttamente per prenotare, senza l’intermediazione del portale. Di punto in bianco invece neanche questo si può più fare». Ma non solo.
Tutto cancellato
Una cosa preziosissima per chiunque abbia un’attività di servizio al pubblico sono le recensioni dei clienti. «Quelle sono state completamente cancellate – spiega ancora Antoni – e per noi è un danno enorme». Un patrimonio guadagnato in anni di lavoro, di continuo miglioramento, di costruzione di un rapporto con la clientela, evaporato nel giro di un clic. «E sì che io, come tanti colleghi, ho pagato regolarmente l’abbonamento annuale», spiega Antoni. Il canone può variare da poche migliaia di euro fino a 8-10mila euro, a seconda dei pacchetti di visibilità aggiuntiva che il portale garantiva. «Del resto, per avere un’idea, l’anno scorso circa il 60% delle prenotazioni ci sono arrivate da agriturismo.it». «Soldi finora ben spesi, almeno dal nostro punto di vista», conferma Jody Ribechini, dell’agriturismo La Landuccia a Libbiano di Pomarance, di cui è titolare il fratello Jonatan. «Noi che abbiamo 5 appartamenti spendiamo di base intorno ai mille euro, a cui abbiamo aggiunto un pacchetto “Top visibility” che dà visibilità sulle prime pagine e costa circa 3.500 euro. Ma ci sono anche ulteriori servizi, tipo banner e altro, per cui puoi arrivare anche a 10mila euro. Ripeto: soldi ben spesi, perché agriturismo.it ci ha sempre consentito di lavorare particolarmente bene», aggiunge. Ed è proprio Ribechini a ricostruire il percorso che ha portato alla metamorfosi del portale. «Agriturismo.it – spiega – nel 2016 è stato comprato dal gruppo Feries Srl che fa capo anche a Casevacanza.it. Nel 2018 è stato acquisito da HomeToGo con sede a Berlino, un metamotore tipo quello che è Facile.it per le assicurazioni, o Booking per gli alberghi. Dal 2018 ad oggi non abbiamo avuto nessun problema, anzi, forse c’è stato addirittura un aumento del traffico». Entrambi gli imprenditori sottolineano il buon rapporto con i referenti del portale. Poi, la telefonata a metà marzo. «Ci hanno chiamati per dirci che dal 1° aprile, per decisione “ imposta” da HomeToGo, il sito si rinnova per necessità tecniche. Ci hanno anche detto che sarebbe migliorato “tantissimo” ma che in fase di transizione ci sarebbero stati dei disagi», spiega Ribechini. I primi a rendersene conto sono stati proprio Antoni e Ribechini. Che hanno creato un gruppo WhatsApp percontattare altri colleghi. «In pochi minuti abbiamo raccolto segnalazioni da tutta Italia», spiega Monica Antoni. Sabato 19 aprile, a 48 ore dal lancio del gruppo, le adesioni sfioravano le 200. «Abbiamo inviato una Pec al gruppo che si occupa del portale, alle istituzioni, alle associazioni di consumatori e alle associazioni delle categorie agricole – dice Antoni –. La corrispondenza è in atto. Chiediamo un risarcimento e di ripristinare subito le funzionalità e i contatti. Ci auguriamo che tornino sui loro passi a brevissimo, in modo da non sacrificare questa stagione turistica e tutto l’indotto economico delle aree rurali». Ieri Il Tirreno ha povato a contattare il portale, ma senza esito.
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