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Il pittore Dino Petri ricorda Lavagnini a 100 anni dall’uccisione

Il pittore Dino Petri ricorda Lavagnini a 100 anni dall’uccisione

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SCANSANO. Nei giorni scorsi si è ricordato il centenario dell’uccisione di Spartaco Lavagnini, sindacalista delle Ferrovie e attivista comunista, ucciso dai fascisti con quattro colpi di revolver a Firenze il 27 febbraio 1921, mentre si trovava alla sua scrivania. Di Lavagnini arriva il ricordo del pittore scansanese Dino Petri: «Lo tengo nella memoria perché è venuto spesso a Scansano perché a Scansano vivevano due zie che io ho conosciuto».

Lavagnini era originario di Cortona, in provincia di Arezzo. E da Cortona, nel primo Novecento, ci fu una massiccia migrazione verso la Maremma. «Molti erano scalpellini – ricorda Petri – e a Scansano c’era più di un ceppo di Lavagnini».

Di Spartaco Lavagnini vivevano a Scansano due zie, Anita e Anna Maria, sorelle del padre. «Vivevano appartate – ricorda Dino Petri – e sono morte nei primi anni Quaranta, Anita nel 1943 e Anna m Maria nel 1941».

Petri ha condotto alcune ricerche su Lavagnini. «Diversi anni fa trovai dove aveva studiato e suggerii al Comune di Scansano di dedicargli un pezzo del parco che si trova davanti al municipio, oggi Parco Spartaco Lavagnini, inaugurato dal sindaco di allora, Biserni. Credo sia importante ricordare questa figura e il suo legame con la Maremma». —



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