Il Tirreno

Grosseto

marina di grosseto 

Pineta del Tombolo, è allarme «Così rischia di scomparire»

Sara Landi
Pineta del Tombolo, è allarme «Così rischia di scomparire»

Le associazioni ambientaliste contestano il piano regionale antincendi Aib «Si parla di eliminare l’80 per cento del sottobosco e del taglio del 70% dei pini»

3 MINUTI DI LETTURA





marina di grosseto

La pineta del Tombolo rischia di scomparire «a causa del nuovo piano regionale antincendi Aib (ancora in corso di elaborazione) che dovrebbe essere invece finalizzato alla sua conservazione». A denunciare il paradosso sono le principali associazioni ambientaliste del territorio che hanno convocato la stampa nella sala consiliare del Comune per lanciare un appello pubblico alla Regione. «Chiediamo chiarezza e confronto nel merito – dice Ugo Corrieri, coordinatore del Tavolo permanente per la salvaguardia della pineta da Castiglione della Pescaia ai monti dell’Uccellina – visto che le prime anticipazioni ufficiali del piano sono allarmanti: si parla dell’eliminazione del sottobosco fino all’80% e del taglio di circa il 70% dei pini per interrompere la continuità tra le chiome, il tutto all’interno di un sito protetto Sic Sir Natura 2000».

Questo è al momento lo scenario da scongiurare non solo secondo Corrieri, che è anche esponente di Isde (Medici per l’ambiente), ma anche per il gruppo Salviamo le Pinete, Italia Nostra, Lipu, Wwf e per Coordinamento dei comitati ambientali della Provincia di Grosseto.

«Nella prima riunione del tavolo del 13 aprile a cui era presente l’assessore regionale Marco Remaschi – dice Corrieri – abbiamo scoperto le linee generali del nuovo piano Aib e fatto subito presente che, secondo gli esperti da noi consultati, la Pineta del Tombolo non necessita di tagli per la prevenzione degli incendi. Abbiamo quindi chiesto di vedere la documentazione del piano ma ci è stato mandato solo l’indice del piano senza i contenuti. Abbiamo quindi sollecitato la Regione a chiederci la documentazione degli esperti da noi consultati per attuare una collaborazione partecipata». Da Firenze nessuna risposta. Da qui la decisione di far conoscere i due pareri e chiedere nuovamente alla Regione una reale partecipazione al piano. Corrieri cita un documento di Silvano Landi, generale della Forestale in pensione e storico direttore delle scuole allievi del corpo oltre che docente universitario. Secondo Landi «tagliare alberi e arbusti modificando pesantemente la struttura della pineta è delittuoso e definire questi tagli come parte integrante di un piano antincendio assolutamente fuori luogo».

Anche gli esperti del Sismont (Società italiana di Scienze della Montagna) mettono in guardia sul fatto che un intervento così impattante sulla pineta non solo cambierebbe la fisionomia del bosco ma richiederebbe anche un dispendio economico superiore all’attuale per mantenere l’ecosistema forestale nella nuova condizione artificiosamente creata, senza peraltro risolvere il problema degli incendi che sono per la quasi totalità di origine dolosa. Alla luce di questi qualificati pareri (che si aggiungono alle motivazioni di contrarietà al piano espresse da ciascuna associazione ambientalista) tutti i soggetti coinvolti dal processo partecipativo “Pineta Bene Comune” chiedono alla Regione «di poter partecipare davvero e attivamente» alla redazione del piano Aib. «Diamo ancora un po’di tempo – dice Corrieri – ma se nel giro di poche settimane non si muove nulla non escludiamo la diffida verso la Regione, ma solo come soluzione estrema. Preferiamo la strada del dialogo ma abbiamo urgenza di essere ascoltati. Non dimentichiamo che se la biodiversità e le biomasse del sito protetto venissero danneggiate come prevede il piano si configurerebbe un danno erariale». –



Primo piano
Il focus

La scalata del Monte: il nuovo protagonismo di Mps e l’obiettivo

di Cristiano Pellegrini
Sportello legale