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Scatta l’ora del very Gud

di Francesco Gensini
Albert Gudmundsson
Albert Gudmundsson

Dopo l’assoluzione, l’attaccante islandese si potrà sbloccare definitivamente.  E la pausa gli ha consentito di affinare la condizione fisica. Palladino ci punta

19 ottobre 2024
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FIRENZE. Un nuovo Gud. Libero mentalmente, fresco atleticamente, ispirato tecnicamente. La sosta ha consegnato a Palladino la miglior versione dell’attaccante islandese con i tre attributi presto spiegati: il primo, il più importante sotto ogni profilo, dopo l’assoluzione dall’imputazione di molestie sessuali pronunciata dal Tribunale di Reykjavik (il Procuratore di Stato, non l’accusa, ha tempo fino al’8 novembre per la richiesta d’appello, ma fin da subito è parsa eventualità abbastanza remota per vari motivi); il secondo grazie proprio alla sosta che ha permesso all’ex Genoa di affinare la condizione fisica, frenata ad agosto-settembre dal problema muscolare al polpaccio accusato quando era sempre a Genova; il terzo sullo slancio del gol-vittoria segnato contro il Milan, perché Gudmundsson sapeva già come si fa ad essere decisivo e aveva sfruttato il suo essere nordico che più non si può per lasciare il segno. Ma ora così tirato a lucido fa luccicare gli occhi di Palladino. E sognare i tifosi viola.

L’uno e gli altri stimolati dalla possibilità di poter contare (il tecnico) e godere (i tifosi) sulla miglior versione di Gud, calciatore che sa fare tante cose e tutte bene dalla metà campo in avanti. Sa cercare la profondità con il passaggio smarcante o con l’incursione personale, sa essere incisivo sia con palla in movimento che da fermo (a proposito: i rigori tornano cosa sua dopo aver lasciato il tiro dal dischetto a Kean contro il Milan), sa creare e crearsi l’occasione cercandola dove pochi la vedono, sa creare gli spazi per l’inserimento dei compagni in area avversaria. Per questo definirlo attaccante è persino riduttivo.

Calciatore totale è più appropriato e gli sono bastate tre partite per dimostrarlo e non avendo situazioni ideali a contorno: doppietta contro la Lazio su rigore subentrando all’inizio della ripresa per trasformare lo 0-1 dell’intervallo in 2-1, gol del successo ancora per 2-1 contro il Milan. In pratica, dei dieci punti in classifica della Fiorentina, la metà esatta hanno la firma di Albert Gudmundsson in calce. Scusate se è poco. E l’islandese non era al meglio e l’estate travagliata poteva aver lasciato il segno (doloroso) e chissà quali pensieri gli attraverseranno la mente condizionandolo sicuramente: e invece no. Una volta dentro al campo, è stato capace di lasciare tutto fuori per riuscire a fare quello che ha fatto. Per cui, se finora è stato Gud, ora può diventare very Gud.

Testa pensante e insieme braccio armato della Fiorentina, dispenser di assist e di gol che sono esattamente i motivi che ad agosto hanno spinto Commisso a concretizzare un corteggiamento lungo sette mesi, facendo di Gudmundsson l’acquisto più oneroso nella storia del club viola tra prestito oneroso (8 milioni) , obbligo di riscatto (17) e bonus (3,5) . Totale: 28,5 milioni. Che sono tanti, ma che rappresentano soprattutto un investimento mirato per cominciare ad intascare i profitti già a maggio: gol e assist per un obiettivo. Anzi, due: la zona Europa League, traguardo dichiarato della stagione in campionato, e la conquista della Conference League, premio-ricompensa delle due finali perse contro West Ham e Olympiakos. Quello ha chiesto e chiede la Fiorentina a Gud, certo non come carico di responsabilità che va suddiviso tra tutte le componenti, allenatore chiaramente compreso, ma come attestato di merito a riconoscimento delle qualità del calciatore. Gudmundsson è uno che fa la differenza.

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