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Milenkovic, la Viola nel cuore

di Francesco Gensini
Nikola Milenkovic
Nikola Milenkovic

Capitan futuro, arrivato nel 2017, ha chiuso la sua settima stagione nella Fiorentina. Prima di partire per gli Europei ha fatto una promessa a se stesso: «Ci riproveremo»

10 giugno 2024
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FIRENZE. Quegli occhi lucidi, pieni di lacrime e d’incredulità, raccontavano tutto mentre se ne stava lì davanti alla curva dell’Aek Arena che ospitava novemila tifosi viola giunti ad Atene ricchi d'entusiasmo e in quel momento stravolti dalla delusione e dallo sconforto per la nuova finale persa. Raccontavano un dolore che Nikola Milenkovic sentiva lancinante in ogni parte del proprio corpo, quasi “maledicendo” il suo metro e novantasei centimetri che aumentava il senso di oppressione. E anche se stilare una classifica della sofferenza non è né necessario e né soprattutto indispensabile, pochi dentro il gruppo che era di Vincenzo Italiano fino a poco più di una settimana fa hanno probabilmente patito il contraccolpo psicologico come il difensore serbo: perché se c’è uno viola dentro, questi è sicuramente Milenkovic.

Capitan futuro della Fiorentina per il passato e per il presente. Ventisette anni da compiere e già da sette anni a Firenze, arrivato nel 2017 quando era ancora un giovanissimo che stava diventando uomo e stava cercando una strada nel calcio dopo le tante parole (belle) che per lui avevano speso a Belgrado e più ancora al Partizan. Parole che si erano trasformate in fatti concreti grazie a Pantaleo Corvino, occhio lungo sui talenti e più ancora se a est geograficamente, per iniziare una storia che non solo dura come detto da sette anni, ma che nel 2022 è stata ritoccata e rilanciata in avanti fino al 2027. Quando saranno dieci le stagioni di Milenkovic nella Fiorentina: un’eternità nel calcio di oggi che consuma tutto e tutti alla velocità della luce. Ma Nikola questo spazio dentro la squadra viola se l’è preso e goduto appieno nei momenti belli e in quelli meno belli, nel momento del dolore inimmaginabile (quello sì vero) per la tragica scomparsa di Davide Astori nel ritiro di Udine, e mai allora avrebbe pensato di rivivere altri momenti così drammatici in un altro ritiro pre-partita, stavolta in Brianza, per farsi forza e farla ai compagni nell'affrontare un altro evento funesto provocato dal malore poi fatale a Joe Barone lo scorso 17 marzo. Se li è presi tutti indistintamente, soprattutto quelli relativi alle ultime tre annate targate Italiano che sente ancora più suoi per avervi partecipato in ogni istante e da protagonista indiscusso, e legarsi in maniera indissolubile a Firenze e alla Fiorentina.

Sette stagioni sono già in archivio e l’ottava comincerà tra poche settimane, non prima però per Milenkovic di aver affrontato l’Europeo in Germania con la Serbia, altro passaggio altamente significativo di una carriera che si sta declinando con numeri e appuntamenti di tutto rispetto. Prima di lasciare Firenze, però, ha fatto una promessa a se stesso senza renderla pubblica, che è non cosa per un tipo pratico e risoluto qual è lui, poco incline ai fronzoli e agli effetti scenografici: ci riproveremo, si è detto e ha detto ai compagni con cui si ritroverà più avanti al Viola Park per preparare il nuovo campionato e la nuova Conference League, certo che questo gruppo per quanti elementi perderà e per quanti ne guadagnerà saprà farsi trovare ancora pronto in Italia e in Europa. Ci riproveranno tutti insieme per cancellare le sconfitte di Atene e Praga, ma anche di Roma in Coppa Italia, e per regalare un trofeo che Firenze aspetta da troppo tempo. E già che c’era, Milenkovic ne ha aggiunta una del tutto personale di promessa: non finire la stagione senza nemmeno un gol all’attivo come è accaduto in quella chiusa da poco e come non gli accadeva dalla prima in maglia viola. Capitan futuro (della Fiorentina) è uno di parola.

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