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A Firenze la marcia dei quattromila per dire “stop ai cinghiali”: «Sono nei centri urbani e sulle spiagge» – Video

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La peste suina preme alle porte della regione e ci sono 400mila animali a piede libero. Coldiretti chiede un piano straordinario di contenimento

04 luglio 2024
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Campagna e città assediate dai cinghiali e dalla fauna selvatica. Sono oltre 400 mila in Toscana gli animali a piede libero diventati un'emergenza economica, ambientale, sanitaria e di sicurezza pubblica per tutta la collettività. Se prima il problema era confinato ai ''soli'' raccolti degli agricoltori, e per lo più nei terreni vicino ai boschi o limitrofi ai parchi e riserve, oggi non è più così. La calamità dei cinghiali è arrivata anche nei centri abitati, nei parchi giochi e persino sulle spiagge, come hanno voluto rappresentare i giovani agricoltori che da Porta a Prato passando per Palazzo Vecchio e Piazza Duomo hanno dato vita alla colorita ''marcia'' per far toccare con mano ai cittadini e ai tanti turisti la dimensione di un disequilibrio sempre più pericoloso.

Sono scesi di nuovo piazza anche per loro, per i cittadini, a Firenze i 4 mila tra agricoltori ed allevatori di Coldiretti Toscana che di fronte a Palazzo Strozzi Sacrati, sede della Regione Toscana, davanti allo sguardo curioso e preoccupato di turisti e passanti, hanno invocato l'attuazione del Piano straordinario per la gestione ed il contenimento della fauna selvatica. In piazza hanno portato insieme a slogan, cartelli, fischietti, la loro rabbia e la loro frustrazione per una situazione che al momento non ha trovato alcuna soluzione.

A sostenerli oltre cinquanta Sindaci con la fascia tricolore ed amministratori locali che vivono la quotidiana difficoltà di gestione della fauna selvatica. «Gli sforzi normativi compiuti fino a qui per riportare in equilibrio la fauna selvatica, in particolare i cinghiali che sono colpevoli dell'80% dei danni alle produzioni agricole, non sono sufficienti. Bisogna fare di più e farlo subito. - ha tuonato la presidente di Coldiretti Toscana, Letizia Cesani - Questo è il motivo per cui noi di Coldiretti su quel piano straordinario chiediamo dei miglioramenti per renderlo concreto ed efficace prevedendo la delega agli abbattimenti anche per famigliari e dipendenti delle imprese agricole e la riduzione dei tempi delle autorizzazione per gli interventi di prelievo da parte della Polizia Provinciale. La presenza incontrollata dei cinghiali, e più in generale della fauna selvatica, ha generato un grandissimo malcontento di cui la politica si deve fare carico. Il sistema dei risarcimenti non raffigura la vera realtà dei territori poiché gli agricoltori non denunciano neanche più tanto è lo sconforto e l'impotenza di fronte ad indennizzi inadeguati, aggravi burocratici e tempistiche inaccettabili. Occorre dunque intervenire sull'esistente con convinzione e dare un piano straordinario anche per tutte le altre specie, oltre del cinghiale, che nei fatti sono la concausa di molti dei disagi che oggi viviamo».

La Peste Suina preme alle porte della Toscana

 Sulla gestione dell'emergenza della Peste Suina Africana (PSA), di cui i cinghiali sono il principale vettore, serve un cambio di passo per evitare la sua diffusione in Toscana che significherebbe dover abbattere, a scopo precauzionale, migliaia di capi di suini sani, enormi sarebbero le ripercussioni dovute alle restrizioni anche per settori chiave come il turismo. Il rischio è di paralizzare intere porzioni di territorio. L'incubo si trova già alle porte della regione, nella vicina Lunigiana, dove i sindaci di sette comuni, dopo l'emersione dei primi casi nella vicina La Spezia, sono stati costretti ad attivare le restrizioni. Una preoccupazione che gli agricoltori toscani tramuteranno in un altro presidio, venerdì 5 luglio (dalle 15.30 in poi), di fronte alla sede dell'Unione dei Comuni della Lunigiana a Pontremoli. «Il tema non è se, ma quando registreremo il primo caso di animale infetto nella nostra regione. Dobbiamo evitare e scongiurare che questa sciagura si abbatta sulle nostre imprese e sui cittadini e per farlo deve essere applicato alla lettera il piano straordinario di controllo previsto dalla legge 157/92 articolo 19. Le conseguenze sarebbero pesantissime dal punto di vista sanitario, economico, sociale ed ambientale. - spiega ancora la presidente di Coldiretti Toscana, Letizia Cesani - Siamo costretti a rincorrere perché è mancata del tutto la prevenzione: abbiamo lasciato che i cinghiali proliferassero indisturbati. Alla fine questo immobilismo ci presenterà il conto».

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