Dove si mangia il tordello più buono della Versilia? In uno storico ristorante di Lombrici: qui il premio 2025
Un successo che vale doppio: a contendere il titolo ai vincitori sono stati altri due locali che hanno fatto del tordello uno dei cavalli di battaglia dei loro menu
CAMAIORE. Sono firmati “Emilio e Bona” i migliori tordelli della Versilia. A decretare il trionfo dello storico ristorante di Lombrici – uno dei paradisi della buona tavola dell’entroterra camaiorese – è stata la serata finale del Tordello d’oro 2025, la gara culinaria organizzata dal quindicinale Paspartu che si è disputata proprio fra le mura dello storico locale gestito da Massimiliano Cappelli e della moglie Lucia.
Un successo che vale doppio, perché a contendere il titolo ai vincitori sono stati altri due ristoranti che hanno fatto del tordello uno dei cavalli di battaglia dei loro menu: il ristorante Raffaello di Levigliani e il ristorante Ristopasta di Camaiore. A dirimere la sfida ai fornelli fra i tre locali – scelti dopo una lunga e accurata preselezione da Gianluca Domenici, “patron” di Paspartu e una delle voci più autorevoli della gastronomia versiliese – una giuria tecnica presieduta dallo chef e personaggio televisivo Cristiano Tomei (L’Imbuto) e composta da un altro nome storico della ristorazione versiliese come Pino Artizzu (ristorante Pino), dal gastronomo Gabriele Ghirlanda e dal giornalista Claudio Vecoli.
A sfidarsi, come detto, i tre finalisti del contest. A fare da padrone di casa il ristorante Emilio e Bona, con lo chef Massimiliano Cappelli a guidare la cucina, che ha ospitato la serata conclusiva. Un successo anche di pubblico, visto che si è registrato il sold out già dai primi giorni di apertura delle prenotazioni. Davanti ad un pubblico appassionato e competente, si sono dati cavallerescamente battaglia i tre finalisti: tre tordelli – quelli presentati in sequenza da Raffaello, Ristopasta ed Emilio e Bona – molto diversi fra loro, ma tutti di altissimo livello. «Un piatto, il tordello, spesso sottovalutato – ha commentato il presidente della giuria, Cristiano Tomei – a cui invece tutti e tre i ristoranti hanno saputo restituire la dignità che merita. Ricordiamoci che in origine i tordelli erano un piatto che si preparava in occasione delle feste e delle ricorrenze: dai battesimi ai compleanni fino alle festività religiose più importanti. E a Viareggio è rimasta ancora la tradizione di prepararli in occasione del Ferragosto».
Dei tre tipi di tordello preparati per la serata finale, tutti si sono distinti innanzitutto per la qualità della sfoglia, rigorosamente fatta a mano. «E’ stata una delle caratteristiche maggiormente apprezzate dalla giuria – ha aggiunto Pino Artizzu – perché la bontà della sfoglia è uno dei segreti più importanti per fare un ottimo tordello. Poi ciascun concorrente ha personalizzato il proprio piatto con la varietà del ripieno e gli ingredienti del ragù».
A vivacizzare e rendere ancor più gradevole la serata ci ha poi pensato Claudio Sottili, ormai “voce” ufficiale del Tordello d’oro, che ha illustrato i piatti. Oltre al tris di tordelli, poi, i commensali hanno potuto gustare un gustoso filetto di maiale con fonduta di Scoppolato Grand Cru accompagnato da patate arrosto e, gran finale, i mitici bomboloncini con cioccolato caldo di Emilio e Bona. Il tutto sapientemente accompagnato da tre ottimi vini del territorio: un “Nicodemo” (2022) della Tenuta Mareli di Montemagno, uno “Strinato nero” (2022) de L’Altra Donna di Katiuscia Sacchelli e Marco Bazzichi di Strettoia e, con il dessert, un “Passito di Bugia” sempre dell’Altra Donna.
Perfetta, come di consueto, l’organizzazione della serata curata da Gianluca Domenici e dal suo braccio destro Alice Angeli.
© RIPRODUZIONE RISERVATA