Omicidio di Viareggio, occhi sulla scatola nera dell’auto Cinzia Dal Pino: ecco cosa vogliono sapere gli inquirenti
La Procura ha nominato l’ingegner Fabio Bernardini: al vaglio le immagini delle telecamere della zona
VIAREGGIO. La salma di Noureddine Mezgui, cittadino marocchino di 52 anni ucciso in Darsena (via Coppino) dalla donna alla quale aveva portato via una borsa, è finalmente tornata in Marocco accolta dalle sorelle. La famiglia della vittima sarà parte lesa nell’iter giudiziario avviato dalla Procura di Lucca e che vede Cinzia Dal Pino, 65 anni, balneare viareggina, agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico. La donna è accusata di omicidio volontario.
L’accusa
Accusa che dovrà reggere – o essere smontata – dalle consulenze dei tecnici, iniziando da quello della Procura che si è affidata all’ingegnere Fabio Bernardini per l’analisi della scatola nera dell’auto guidata da Dal Pino e delle immagini delle telecamere. Adesso, dunque, la “battaglia” è tutta nelle mani dei consulenti, quello della Procura e quello delle parti in causa.
Uno dei nodi da sciogliere è sicuramente quello dell’impatto tra il Suv dell’imprenditrice viareggina e il corpo di Noureddine. L’autopsia, eseguita dal medico legale Simone Pierotti ha stabilito che la morte dell’uomo sia da attribuirsi a lesioni viscerali multiple. Il medico, dopo i primi riscontri autoptici, ha escluso che il Suv guidato da Cinzia Dal Pino sia passato sopra il corpo dell’uomo scaraventato a terra.
I consulenti
Ai consulenti, dunque, fornire la ricostruzione più attendibile possibile della attività dell’auto e di chi la guidava, a partire dal primo impatto tra l’auto e l’uomo che era a piedi, continuando per i ripetuti balzi in avanti de mezzo nel tentativo di rendere inoffensivo Noureddine, e terminando con la vetrina della impresa Cantalupi mandata in frantumi. Immagini che nell’immediatezza della tragedia – avvenuta la notte tra l’otto e il 9 settembre scorsi – hanno fatto il giro d’Italia.