Il Tirreno

VIAREGGIO. Qualche maligno, vedendo il bozzetto del suo nuovo carro di prima categoria, ha pensato: «Ah, mi sa che quest’anno Luca Bertozzi deve aver finito gli animali dello zoo». Che poi, come ricorda lui stesso, «mi hanno criticato come se li avessi costruiti per una vita… Ho fatto solamente le tigri nel 2020 e le tartarughe lo scorso anno, poi basta. Per questa volta ho deciso di smorzare un po’e ritornare alla ritrattistica». Volendo citare una canzone di Achille Lauro, «Ci son cascato di nuovo». E mica lo diciamo per caso: il soggetto del suo “La festa dei folli” è proprio lui, il cantante che ha come nome d’arte quello del famoso armatore napoletano.

IL TEMA

Dimmi che hai fatto un carro sul Carnevale senza usare la parola carnevale: il senso, a grandi linee, potrebbe essere questo. «I latini riconoscevano che “semel in anno licet insanire2, la follia è parte della natura umana e per una volta all’anno possiamo liberarla, poi tutto ritorna alla normalità – osserva Bertozzi – il Carnevale è anche questo: è il rovesciamento della realtà quotidiana, è venire a vivere una festa senza limitarsi ad osservarla come semplice spettatore e uscirne più leggeri di prima. Anche oggi ha una missione quasi terapeutica, il viareggino lo aspetta con ansia il Carnevale». Proseguendo con il testo dell’omonima canzone tratta dal musical “Notre Dame de Paris”, il Papa è lui. Ma lui chi? Achille Lauro, naturalmente. «Ho scelto lui perché mi sembrava il più adatto a incarnare il re dei folli – ci spiega Bertozzi – è chiacchierato, divisivo con i suoi travestimenti, è trasgressivo ma con gusto, senza mai risultare volgare. E poi è trasversale, parla un linguaggio giovanile ma, grazie al Festival di Sanremo, è conosciuto anche dalle altre generazioni: in pochissimo tempo è diventato un personaggio pop totale». Ma soprattutto “tempo fa lessi in un’intervista che i suoi concerti dovevano essere come un Carnevale”. Perfetto.

IL CARRO

Domanda: che c’è da aspettarsi dal campione in carica della prima categoria? «Abbiamo stravolto l’impostazione delle costruzioni in generale – prosegue Bertozzi – l’architettura è diversa, forti dell’esperienza dell’anno scorso ci siamo presi qualche libertà a livello esecutivo per puntare su qualche novità».

Passiamo ai dettagli: in posizione centrale c’è naturalmente Achille Lauro vestito da papa con abiti scuri.

«Intanto si aprirà il suo lungo vestito che svelerà un gioco di luci abbaglianti pensato soprattutto per i corsi in notturna. Lui poi ruoterà a destra e sinistra, muoverà gli occhi, la testa e capovolgerà lo scettro che ha in mano».

Ai lati dei drappi medievali lunghi quattro metri movimenteranno la costruzione, mentre ai suoi piedi si alterneranno su un palchetto a mo’di sfilata di moda gli “achilli”, vale a dire 10-15 figuranti vestiti come gli eccentrici “quadri” del cantante a Sanremo: le altre maschere avranno dei cappotti di lana lunghi con un’aureola in testa e vestiti trasgressivi sotto, mentre i bambini saranno dei piccoli giullari.

Silvia Barbieri ha curato le coreografie che avranno come colonna sonora brani di Achille Lauro, la sopracitata “La festa dei folli” e la canzone originale del carro composta da Andrea Paci e Andrea Toscani.

Dimenticavamo: il carro raggiungerà un’altezza di 17 metri grazie anche al fondale, composto da case a graticcio tipicamente germaniche, con tanto di torre col campanile. E siccome il tema è (anche) il rovesciamento del reale, ogni edificio viene rappresentato con una sua copia speculare capovolta.

«L’anno scorso avevo titolato il carro “Sotto sotto”, ora faccio il “Sottosopra”– scherza Bertozzi – magari il prossimo anno faccio il “Sopra sotto”…».

Stai a vedere che ha già in mente per davvero il suo prossimo progetto per il Carnevale.

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