Addio a Mario Poletti, il viareggino in Rai che inventò “A come Agricoltura”
Aveva 93 anni: ha lavorato una vita a Roma alla tv di Stato Oggi alle 16 i funerali alla cappellina della Misericordia
Se ne è andato all’età di 93 anni Mario Poletti, viareggino, una vita alla Rai. È stato fra gli inventori di programmi cult fra cui il più celebre fu “A come Agricoltura”. A farne un ritratto è Chiara Graziani, giornalista versiliese del Mattino di Napoli, figlia di Pier Antonio Graziani ma soprattutto amica di famiglia di Poletti. Ospitiamo con piacere il suo ricordo. Oggi alle 16 i funerali nella cappellina della Misericordia di Viareggio.
Chiara Graziani
Ora che Mario Poletti non c’è più è giusto rompere quella coltre di discrezione, di umana raffinatezza, sotto la quale aveva lasciato dormire il personaggio che avrebbe potuto essere se solo avesse voluto rivendicare meriti e riconoscimenti. Ma Mario Poletti, viareggino puro che aveva tutto quel che occorreva a conquistare la visibilità, preferì altro.
Se n’è andato, assistito fino all’ultimo, due sere fa all’ospedale Versilia senza avere mai tagliato, anzi privilegiato, quel cordone ombelicale con la sua città, la cerchia degli amici, i suoi adorati nipoti Anna, Gloria e Ruggero, con la sorella Maria. Chi scrive lo sa bene. Ha avuto, infatti, la fortuna di entrare nella cerchia dei suoi nipoti, per così dire onorari, da piccina con tutti i suoi fratelli. Lo “zio Poletti” - vogliamo ora ricordare noi che lo chiamavamo così - ha lasciato il suo segno nella storia della Rai anche se lui non lo rivendicava mai. Chiamato a Roma per collaborare a un programma che si rivolgesse all’allora nutrita platea dei piccoli agricoltori, raccontandoli non solo come categoria ma come rete di persone e storie della grande provincia italiana, ne inventò il nome. Nome che divenne, fra gli anni 70 ed 80, un marchio Rai: “A come agricoltura”. Oggi sarebbe stato un hashtag di successo per trend topic. Allora, nato ai tempi di due sole reti tv, divenne sinonimo di un’informazione settoriale ma capace di raccontarti il mondo a partire da un punto di vista. “A come agricoltura” piaceva infatti agli addetti ai lavori ma anche a chiunque volesse sentire raccontare storie ben confezionate, alternative, sorprendenti addirittura. Il programma curato da Roberto Bencivenga, al quale lavorò con determinante passione per tanti anni Mario Poletti, fu l’antesignano, il format primordiale di tante trasmissioni che oggi ne riprendono la capacità poliedrica di dimostrarci come la terra, la saggezza contadina che la fa fruttare senza impoverirla, non sono solo il nostro passato ma anche la nostra speranza di futuro. Gli ascolti di queste trasmissioni “figlie”, da Linea Verde a Geo e Geo, è a tutt’oggi la dimostrazione del fascino di questo tipo di informazione.
L’amicizia, la cultura, lo spirito di Mario Poletti hanno attraversato la vita di un altro protagonista della storia della Rai che con lui ebbe in comune classe e discrezione, talento fuori dell’ordinario, libertà di pensiero e spirito allegro: Pier Antonio Graziani, vulgo Campi Maioris Pierino, volto storico del Tg1. Bellezza a parte - che Mario aveva da sciupare e Pierino un po’ meno – quasi gemelli, amici dai tempi dello Scientifico a Viareggio dove nostro padre arrivava ogni giorno da Camaiore in bici ai tempi duri del dopoguerra. Lo zio Poletti, per tanti anni, quasi mai mancava la cena del giovedì a casa Graziani a Roma. Non dimenticava le rose per Rita, nostra madre, i peluches per la piccola di casa, Anna, che aveva retto a battesimo e un’attenzione per tutta la popolosa tribù di minorenni che in un’epica serata di maggio riuscì a smontare il mobilio della “camerata” mentre gli adulti conversavano ignari, distratti dal talento barzellettiere di Mario. Ma nulla, né Roma, né la carriera, riuscì a separarlo dal legame con le radici, con Viareggio e la famiglia. Era un uomo di affetti. L’amicizia con nostro padre durò perfino dopo la scomparsa di Pierino nel 2008. A ogni anniversario la sua visita a nostra madre, negli ultimi anni la sua telefonata, non è mai mancata. Sperimenta la morte, dice il libro della Sapienza, solo chi le appartiene. Chi ricorda e ama, come Mario, è fuori dalla sua portata. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA