Saluto romano e canti fascisti: in nove a processo
Le contestazioni della Procura di Lucca sono relative ai fatti accaduti il 22 novembre 2014 a Pietrasanta in occasione dell’apertura della sede del Movimento idea sociale che si ispira a Pino Rauti
VIAREGGIO. In nove a processo, il 2 maggio 2016, per i fatti del novembre 2014 in occasione dell’inaugurazione della sede del Movimento idea sociale in via Oberdan. Il sostituto Procuratore Aldo Ingangi (Procura di Lucca) ha disposto il decreto di citazione diretta per Tiziana De Conversano, Valerio Pierotti, Aldo Ciambelli, Oona Vanalesta, Elena Fruzza, Alessandro Ulivi, Alessando Pardini, Angelo Oppedisano, Giulio Simonelli, tutti residenti in Versilia (Pietrasanta, Forte e Seravezza), tranne Oppedisano - dirigente nazionale del Movimento - originario di Cosenza dove è residente.
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A tutti gli imputati - come si legge nel decreto di citazione - viene contestata la violazione - in concorso - dell’articolo 5 della legge 645/1952 in base al quale “chiunque con parole, gesti o in qualunque altro modo compie pubblicamente manifestazioni usuali al disciolto partito fascista è punito con l'arresto fino a tre mesi o con l'ammenda fino a lire cinquantamila”.
«In concorso tra loro - scrive il sostituto procuratore - con Gabriele Farnocchia, per il quale si procede separatamente, e con altri soggetti non identificati, partecipando all’inaugurazione della sede di Pietrasanta del movimento politico Mis-Movimento idea sociale, compivano manifestazioni usuali al disciolto Partito fascista. Ed in particolare, tutti con il braccio teso nel cosiddetto “saluto romano” cantavano in coro l’inno “Faccetta nera”».
Era il 22 novembre 2014 e all’iniziativa presero parte, oltre ai dirigenti nazionali Oppidano e Raffaele Bruno (segretario nazionale, a carico del quale non vi è alcun provvedimento giudiziario), il segretario provinciale e candidato a sindaco per il Mis, Alessandro Ulivi insieme ad Alessandro Pardini, segretario comunale del Movimento.
Spiegamento di forze di polizia, ma nessuno scontro in quella giornata di un anno fa per l’inaugurazione della sede del movimento che si ispira a Pino Rauti ed espone - così scriveva il “Tirreno” nel dare conto della giornata - all'interno della propria sede, la figura del duce. Ci furono, invece, le denunce di rito in virtù di quanto disposto dalla legge 645/1952 che sanziona “chiunque promuova od organizzi sotto qualsiasi forma, la costituzione di un'associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità di riorganizzazione del disciolto Partito fascista, oppure chiunque pubblicamente esalti esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche».
Un processo, quello previsto per il maggio prossimo, che non mancherà di attirare attenzioni a livello nazionale, sia per i protagonisti che per le contestazioni della Procura per i fatti avvenuti a ridosso di quelle Apuane che su fascismo e antifascismo hanno avuto e hanno molto da dire alla luce della storia vissuta e della memoria sempre viva.