Sos strade
Fi-Pi-Li, tutta repressione e zero prevenzione. E l’insicurezza regna
La superstrada e il suo adeguamento non possono essere ostaggio degli equilibri politici
I morti e gli incidenti sulle strade si combattono in tanti modi. Ma occorrerebbe farlo con coerenza, usando la stessa determinazione su più fronti. E non solo irrobustendo la battaglia (giusta e sacrosanta per carità) contro chi si mette alla guida ubriaco o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, riuscendo nello stesso tempo ad evitare di far sentire un criminale chi è abituato a farsi due o tre bicchieri di un buon vino nel corso di una cena. Ci vogliono strade più sicure e più finanziamenti per renderle tale. È fin troppo comodo lasciare alla sola repressione la speranza di ridurre la mortalità sull’asfalto, anziché investire sulla prevenzione.
La Firenze-Pisa-Livorno è l’esemplificazione concreta di questo. Sulla strada di grande comunicazione – così continuano a chiamarla armandosi di faccia tosta – si continua e si continuerà a morire e a rimanere gravemente feriti indipendentemente dall’alcol che verrà smerciato in locali e ristoranti e dalle droghe che alimenteranno il mercato illegale. Accade e accadrà, perché la Fi-Pi-Li non è sicura. Non lo è di base (basti pensare alle condizioni della sede stradale, squarciata da voragini in più punti, ai movimenti franosi che incombono ai margini delle carreggiate e alla cronica mancanza di una corsia d’emergenza) e lo diventa ancor di più quando alle avverse condizioni climatiche, peraltro attese e pubblicizzate con allerte prima arancioni e poi addirittura rosse, non viene associata una tempestiva opera di informazione attraverso i canali ufficiali del global service a cui dovrebbero – è d’obbligo il condizionale – competere la manutenzione, la comunicazione e l’assistenza.
L’altra sera, tra Collesalvetti e Lavoria, la Fi-Pi-Li è stata nuovamente inondata dell’acqua arrivata da campi e fossi e si è verificato un ulteriore blocco alla circolazione. Numerosi automobilisti, ignari di quanto avrebbero potuto trovarsi di fronte lungo il tragitto, sono stati improvvisamente accerchiati da un lago con l’acqua fino a metà sportello. Non è la prima volta. Era già successo a novembre 2023 e dopo quell’evento il Genio Civile intervenne mettendo in sicurezza – fu sottolineato – il reticolo idraulico dell’area rinforzando gli argini e potenziando le idrovore. Non è servito. Perché? Forse perché il problema non è solo quello di reperire le risorse, bensì di saperle spendere in modo efficace e risolutivo? Nessuno ci risponderà mai, statene certi. Se non sbandierando l’alibi della costituzione di “Toscana Strade”, di cui in Regione si discute da oltre un anno senza mai essere arrivati nemmeno a circoscrivere un orizzonte di massima per la sua nascita.
La Fi-Pi-Li e il suo adeguamento non possono essere ostaggio degli equilibri politici, della società che dovrà in futuro gestirne la manutenzione e dell’amministratore delegato chiamato a utilizzare – ci auguriamo al meglio e meglio – i proventi degli autovelox e dell’eventuale pedaggio per i mezzi pesanti. “Toscana Strade” e pedaggio devono venire dopo, prima ci devono essere stanziamenti straordinari da parte del governo e progetti cantierabili nel giro di poco tempo. I “dannati” giornalieri costretti a percorrere quest’arteria sono i migliori testimoni del fatto che per restare coinvolti in un grave incidente in Fi-Pi-Li non serve essere “brilli” o “fatti” da una cannetta.