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L’indiscrezione

Francesco Schettino potrebbe trovare lavoro in Vaticano in semilibertà


	Francesco Schettino
Francesco Schettino

I legali dell'ex capitano della Costa Concordia naufragato al Giglio nel 2012 hanno richiesto l'adozione di un regime di semilibertà che, se accettato, gli consentirebbe di lavorare alla Fabbrica di San Pietro

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Il futuro di Francesco Schettino, l'ex comandante della Costa Concordia naufragata all’Isola del Giglio nel gennaio 2012 causando 32 vittime, potrebbe essere legato al Vaticano.

L’indiscrezione

Infatti, i legali dell'ex capitano hanno richiesto l'adozione di un regime di semilibertà che, se accettato, gli consentirebbe di lavorare alla Fabbrica di San Pietro, partecipando al progetto “Seconda Chance” dedicato alla digitalizzazione del patrimonio culturale. La decisione del tribunale di sorveglianza di Roma è prevista l'8 aprile.

Attesa

Pertanto, Schettino e la sua avvocata Paola Astarita dovranno attendere ancora per conoscere l'esito della richiesta, mentre quest'ultima aveva espresso speranza che a prevalere fosse «il diritto, non il mio assistito». Francesco Schettino è detenuto nel carcere di Rebibbia dal 13 maggio 2017, dove sta scontando una pena di 16 anni di reclusione per diversi crimini, tra cui omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, naufragio colposo e abbandono della nave. Quest'ultima accusa, in particolare, aveva portato alla famosa conversazione con il comandante della Capitaneria di Livorno, Gregorio De Falco, il cui ordine, "vada a bordo, c…", divenne celebre in tutto il mondo insieme alle immagini della nave inclinata accanto al porto dell'isola del Giglio.

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