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La tragedia sulla Variante a Viareggio, l’appello: «Aiutateci a trovare la “coppia coraggio”»

di Luca Cinotti

	L'incidente sulla Variante (foto Paglianti 2024)
L'incidente sulla Variante (foto Paglianti 2024)

Due anziani hanno soccorso le bambine: «Sono stati davvero straordinari»

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SANTA CROCE SULL’ARNO. Uno squarcio di luce quando il buio sembra inghiottirti. Un gesto forse istintivo, ma di un istinto buono, come il cuore dei due anziani che domenica pomeriggio si sono fermati subito dopo l’incidente che sulla Variante Aurelia a Viareggio ha causato la morte della piccola Sokhna Thioune, otto anni, e della zia Mame Badiane Thioune, 47. Ora la comunità senegalese di Santa Croce sull’Arno (dove la famiglia abitava) lancia un appello alla coppia perché si faccia avanti.

«Lo chiediamo perché vogliamo ringraziarli», spiega Doudou Dia, presidente di Cosasan, l’associazione che raccoglie i senegalesi a Santa Croce. «Si tratta di un gesto che vogliamo fare per come si sono comportati in quel frangente, per come hanno aiutato i nostri connazionali».

La coppia – come emerso in un primo momento e confermato ora anche da Dia – sarebbe originaria di Pisa. «Quello che hanno fatto ci è stato raccontato – ha spiegato – da Meissa Mbaye (il marito della donna morta che stava guidando l’auto, ndr): sono stati davvero straordinari».

La coppia stava infatti viaggiando verso nord, nella stessa direzione della famiglia senegalese che era diretta a Bergamo per festeggiare il Capodanno insieme ad altri membri della famiglia. Sono arrivati sul posto pochi istanti dopo che la Fiat Tipo a noleggio guidata da Mbaye si era scontrata con una Kia Picanto guidata da un viareggino che era appena entrata dallo svincolo di Viareggio Sud.

Immediatamente capiscono che la situazione è gravissima: Mbaye gli chiede di portare in ospedale Sokhna, già esanime, e la figlia più piccola, di sei anni. I due anziani non hanno dubbi: caricano in auto le bambine e volano fino all’ospedale Versilia. Lì i medici prendono in cura la più piccola e, purtroppo, capiscono che per Sokhna non c’è niente da fare.

Dall’ospedale di Lido di Camaiore il padre e le due bambine (una era stata ricoverata a Cisanello e poi trasferita al Versilia) sono usciti nella serata di martedì per ritornare a Santa Croce, dove hanno trovato l’affetto della comunità senegalese residente, dei parenti arrivati da ogni parte d’Italia e di tutta la popolazione, a partire dal sindaco Roberto Giannoni.

«Ora stiamo aspettando – spiega ancora Doudou – il nulla osta della procura per poter riportare le salme in Senegal». I funerali della bambina e della zia, infatti, si terranno nel Paese africano: l’ambasciata in Italia si è già mossa in tal senso per facilitare il trasporto a cura di una ditta specializzata. Il primo dell’anno, a Santa Croce, si è tenuta un preghiera unitaria, al di là di ogni differenza di nazionalità, etnia e religione. Perché, come hanno scritto le maestre della piccola Sokhna, quello che resta nel cuore di tutti è «il suo sorriso e la sua infinita dolcezza».


 

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