La vertenza
Livorno, difende un’amica dall’ex fidanzato e lui lo accoltella fuori dal Bon Ton
Ex rugbista livornese di 22 anni colpito su un braccio: «Se non mi fossi parato sarebbe finita male». Dimesso, ingessato, con 30 giorni di prognosi: «Poteva andare molto peggio»
LIVORNO. È stato rincorso fuori dal Bon Ton di via Pian di Rota e accoltellato a un braccio per aver difeso un’amica: «Dal nulla ha tirato fuori l’arma: se non mi fossi parato sarebbe finita veramente male», racconta poco dopo essere stato dimesso dall’ospedale. Choc poco prima delle 4 di mattina di domenica 5 gennaio all’esterno del locale alla periferia nord della città, dove un ventiduenne livornese – un ex rugbista nato a Pisa e residente a Livorno – è rimasto ferito in modo serio e costretto al trasporto d’urgenza al pronto soccorso con un’ambulanza della Svs di via San Giovanni, con a bordo il medico del 118.
Il personale di viale Alfieri lo ha accolto nella shock room, visto che la lesione era molto profonda, sebbene tamponata dai soccorritori della Pubblica assistenza labronica, che grazie alla loro professionalità gli hanno evitato conseguenze per la salute ben più gravi di quelle che oggi può raccontare. Il giovane ieri pomeriggio è stato dimesso con 30 giorni di prognosi e ora è costretto a indossare il gesso.
La ricostruzione
Lo sportivo – stando a quanto ricostruito – era in compagnia di una giovane e di altri amici dopo aver trascorso la serata in un locale della zona. A un certo punto, alla comitiva, si avvicina l’aggressore. Subito una lite verbale fra l’uomo e la donna, un tempo uniti da una relazione sentimentale, presto degenerata in violenza verso la terza persona, il ventiduenne appunto, che ha cercato di difenderla ed è stato accoltellato all’altezza dell’avambraccio. Poi l’aggressore è fuggito, facendo perdere le sue tracce. Diverse persone hanno assistito all’episodio, con l’asfalto del parcheggio segnato da numerose macchie di sangue. La vittima, naturalmente, sa chi sia l’accoltellatore, come ovviamente lo sa anche la ragazza, motivo per il quale il presunto responsabile è già stato identificato dalle forze dell’ordine: «Questa persona la conosco solo di vista – racconta l’ex rugbista – ed è un coetaneo livornese. Con lui, in ogni caso, non ho mai avuto niente a che spartire. Naturalmente l’ho già querelato: la polizia mi ha ascoltato al pronto soccorso, mentre mi stavano curando».
Le condizioni
Il giovane, nonostante la ferita fosse molto profonda e avesse perso parecchio sangue, per fortuna non è in gravi condizioni, tanto che è stato portato al pronto soccorso in codice giallo, il secondo livello più alto dell’emergenza-urgenza ed è tornato a casa dopo poche ore. Si riprenderà, fortunatamente, anche se il rischio corso è stato veramente elevato, dato che il coltello usato per colpirlo sarebbe stato di importanti dimensioni, almeno stando a quanto ricostruito. L’ex rugbista deve molto a una volontaria della Svs che si trovava proprio lì, vicino al Bon Ton di via Pian di Rota, fuori servizio: lei, per prima, lo ha soccorso utilizzando una cintura come fosse un laccio emostatico per fermare la copiosa perdita di sangue, riuscendoci. E deve naturalmente altrettanto ai volontari in servizio sul mezzo di emergenza della stessa associazione e al medico del 118, che sono riusciti a tamponare l’importante ferita e a far sì che all’arrivo in ospedale fosse di fatto già fuori pericolo e potesse subito parlare con gli investigatori.
Le indagini
Sul caso indaga la polizia di Stato: gli agenti delle volanti sono immediatamente sopraggiunti fuori dal Bon Ton, portando in ufficio la ragazza per farle presentare la denuncia contro il suo ex. Così ha poi fatto il ventiduenne. Ascoltati poi almeno due testimoni presenti nel posteggio. Un fascicolo è già aperto e gli inquirenti, d’intesa con la procura che sta coordinando l’inchiesta, dovranno poi definirlo nel dettaglio: tentato omicidio o lesioni personali aggravate potrebbero essere le ipotesi più plausibili. Al momento non risulterebbero fermi o arresti, quindi nei confronti del presunto responsabile non sarebbe stata ancora presa una decisione. Il caso è in mano alla Squadra mobile, guidata dal vicequestore Giuseppe Lodeserto: oltre alle testimonianze, elementi utili alle indagini potrebbero arrivare attraverso le immagini delle telecamere della zona. Gli impianti di videosorveglianza potrebbero aver ripreso l’intera scena.
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