Toscana, aggressioni a medici e infermieri: trenta pazienti violenti rintracciati e multati. Cosa si rischia
L’ultimo caso a Livorno: mille euro per atteggiamenti aggressivi. Ma in altre Asl questo non accade
LIVORNO. Trenta multe da mille euro l’una negli ultimi quattro anni solo nell’Asl Toscana nord ovest, l’area vasta che raggruppa gli ospedali e i vari centri sanitari pubblici delle province di Livorno, Pisa (tranne Cisanello), Lucca e Massa Carrara. Sono quelle fatte dei carabinieri del Nas, su segnalazione delle direzioni, ai pazienti violenti: sono coloro che hanno minacciato (ma non picchiato, perché in questo caso si procede penalmente a querela con la costituzione di parte civile) medici, infermieri od operatori-socio sanitari.
Un fenomeno, purtroppo, negli ultimi tempi in preoccupante ascesa, con casi anche gravi. L’ultima sanzione risale a pochi giorni fa, a Livorno, nei confronti di un uomo che «avrebbe ostentato atteggiamenti aggressivi e fortemente minacciosi nei confronti di un medico di turno nel reparto di medicina generale, dove qualche mese fa si trovava a fare una visita e a cui avrebbe rivolto anche frasi offensive e ingiuriose», hanno spiegato i carabinieri del nucleo antisofisticazioni e sanità dell’Arma labronica.
Asl nord ovest modello
L’Asl Toscana nord ovest è fra le prime aziende d’Italia partita con le segnalazioni (e quindi con le sanzioni di cui si occupano i militari) proprio per tutelare al meglio i propri dipendenti. Un modello che nel Belpaese ha visto varie dirigenze che si sono affrettate a chiedere delucidazioni. La direzione, infatti, ha stretto una convenzione col Nas per un iter veloce e una punizione economica certa per chi si rende responsabile dei disordini fra le corsie. «Nella nostra azienda, purtroppo colpita negli anni da questo fenomeno – spiega l’avvocato Luca Cei, a capo dell’unità affari legali dell’Asl Toscana nord ovest – la direzione ha mostrato subito una certa sensibilità per l’applicazione della legge e, grazie a quella altrettanto alta del comando del Nas, lo ha fatto fungendo da modello per una modalità di applicazione possibile con effetti positivi sugli atteggiamenti verso gli operatori».
I numeri
Le sanzioni, purtroppo, stanno aumentando. Su 30 dal 2021 al 2024 (che non è ancora terminato) 11 sono state notificate in questi ultimi dieci mesi, mentre sette nel 2021, sei nel 2022 e sei anche l’anno scorso. Di queste 30 ben 15 riguardano i centri sanitari di Livorno (cinque nell’ultimo anno e dieci in quelli passati), mentre due l’area di Collesalvetti. L’Asl Toscana centro e la sud-est, contattate dal Tirreno, non hanno fornito numeri in merito alle sanzioni. È probabile, quindi, che non siano state fatte: quantomeno, la sud-est, non ha contezza in merito, anche se segnalazioni su medici aggrediti verbalmente ci sono ovviamente state, come nel resto d’Italia. Di sanzioni nei due territori non ne ha notizie neanche il sindacato Anaao.
La legge
La norma, emanata nel 2020, prevede una sanzione a «chiunque tenga condotte violente, ingiuriose, offensive o moleste nei confronti di personale esercente una professione sanitaria o socio-sanitaria o di chiunque svolga attività ausiliarie di cura, assistenza sanitaria o soccorso funzionali allo svolgimento di dette professioni presso strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche o private». La multa parte da 500 per arrivare a mille euro: le sanzioni nel territorio dell’Asl Toscana nord ovest sono di mille euro e sono state quasi tutte pagate.
«Ora si muovano gli altri»
Plauso all’operato dell’Asl Toscana nord ovest da parte dei sindacalisti, che chiedono anche alle altre realtà sanitarie toscane di intervenire con urgenza. «Mi devo complimentare con le forze dell’ordine e con i loro dirigenti perché hanno applicato quanto previsto dalla legge – spiega il segretario di Anaao Asssomed Toscana, Gerardo Anastasio – cosa che non ci risulta sia stata fatta in altre Asl od ospedali della Toscana. Come sindacato abbiamo proposto che i proventi di queste sanzioni siano impiegati in acquisto di tecnologie o in progetti volti a contrastare questo fenomeno indegno di una società che vuole definirsi civile».