Il Tirreno

Toscana

Il clima che cambia

Cozze uccise dal caldo, in Toscana trovato il “segreto” per salvarle: «Ecco come ci siamo riusciti»

di Martina Trivigno

	Paolo Del Lama e le reti piene di cozze
Paolo Del Lama e le reti piene di cozze

Piombino, la ricetta contro l’innalzamento delle temperature che mette a rischio i muscoli

28 ottobre 2024
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PIOMBINO. «Per preservare le cozze toscane abbiamo adottato delle precauzioni, le stesse che prendiamo nei periodi più caldi dell’anno, anche se siamo a ottobre: abbiamo posizionato le reste (le reti tubolari che avvolgono i gruppi di cozze, ndr) più in profondità, dove la temperatura dell’acqua è più bassa». È questa la ricetta di Paolo Del Lama, pescatore da una vita e fondatore della cooperativa “Venere” di Piombino che dal 2019 alleva i mitili o muscoli. Da allora sono nate le cozze toscane, allevate nel Golfo di Follonica, nel tratto di mare in località Perelli, da quella cooperativa, in origine fondata per la gestione di imbarcazioni della piccola pesca a Piombino. Oggi l’impianto – che ha un’estensione di 70 ettari – dà lavoro a una ventina di persone, di cui dieci dedicate proprio all’allevamento dei molluschi.

Del Lama parla con orgoglio di quell’attività avviata con i suoi soci dalla necessità di dare un futuro ai loro figli ma anche per mettere a frutto un mestiere acquisito in anni e anni di pratica. «Facciamo questo lavoro perché abbiamo un grande amore per il mare, per i nostri luoghi e per la natura in genere – prosegue Del Lama – . Abbiamo quindi pensato di portare avanti l’attività in maniera sostenibile e, al tempo stesso, cercando di accrescere le risorse naturali. Si tratta di un piccolo salto culturale: da pescatori ad allevatori».

Ma per quanto grande sia la buona volontà, Del Lama sa bene che il clima è tutto (o quasi) nel suo lavoro. «D’estate “raccogliamo” dalle profondità del mare circa due tonnellate di cozze al giorno – spiega il fondatore di “Venere” – mentre negli altri periodi dell’anno 6-700 chili al giorno. Abbiamo studiato gli allevamenti della Sardegna, dell’Adriatico e della Liguria dove c’è una lunga tradizione e tanta esperienza e abbiamo cercato di adeguarci. Il reddito viene dopo, come conseguenza dell’entusiasmo che mettiamo nel fare questo lavoro». Sì, perché di fatto – spiega Del Lama – ogni anno la cooperativa piombinese potrebbe anche riuscire a fare il doppio della produzione, ma al momento ha scelto di procedere di pari passo con le richieste del mercato. «Anche della grande distribuzione che ha consentito alle cozze toscane di oltrepassare i confini regionali», sottolinea.

E ora lo sguardo è rivolto anche ai cambiamenti climatici. «Il nostro lavoro deve adeguarsi necessariamente agli eventi anche estremi che colpiscono il nostro territorio sempre più spesso – conclude Del Lama – . Non possiamo piegare la natura al nostro volere e per questo è fondamentale trovare strategie per limitare il più possibile i danni che potrebbero causare gli eventi estremi. Noi ci proviamo e, per adesso, il nostro allevamento è riuscito a uscire indenne dalle conseguenze dei nubifragi e dal caldo torrido. In ogni caso, però, l’attenzione da parte nostra resta sempre alta».


 

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