Meteo in Toscana, il "Niño" è la causa del caldo africano: cos'è il fenomeno che nasce nel Pacifico
Il direttore del Consorzio Lamma, Bernardo Gozzini: «Il 2024 batte tutti i record. Colpa del mare bollente»
Caldo africano, anche fino a 40 gradi nel centro della regione. E con notti tropicali, infuocate soprattutto sulla costa, dove l’escursione termica sarà inferiore. Colpa (anche) di un mare bollente. Questa Toscana divisa fra buio e luce solare è il paradosso che si porta dietro la grande massa di aria ardente in arrivo dall’Africa e che imporrà il bollino rosso su tutto il territorio almeno per una settimana se non addirittura fino a metà agosto. «Il 2022 e il 2023 erano stati gli anni più caldi della storia – dice Bernardo Gozzini, direttore del Consorzio Lamma – ma il 2024 sta battendo ogni record».
La situazione
La canicola ha cominciato a farsi domenica 28 luglio e proseguirà almeno fino a giovedì 1 agosto, spiegano anche i meteorologi del Centro meteo Toscana, ma non è che dopo ci si possa aspettare una vera tregua. Quasi tutti gli esperti parlano di temperature vicine ai 40 gradi. «Finora le medie nella piana fra Firenze e Prato sono state intorno ai 33 gradi – spiega Gozzini – ma ci aspettiamo aumenti che potrebbero raggiungere picchi da 38-39 gradi in città del centro della regione. Il caldo torrido dovrebbe restare fino a mercoledì 31 luglio. Sarà più contenuto sulla costa durante il giorno, ma si parla comunque di medie che a Livorno o Massa si alzeranno fino a 32 gradi, davvero un record dato che nella terza decade di luglio di solito si attestavano sui 28-29 gradi».
Notti tropicali e dati record
E sarà proprio il fenomeno delle notti tropicali ad acuirsi. Ma non è una sorpresa. Basta guardare l’ultima indagine condotta da Meteo.it per il Corriere della Sera. Gli studiosi hanno raccolto e analizzato una mole di dati enorme su temperature medie annue e mensili, grande caldo e notti con minime mai sotto i 20 gradi confrontando due periodi, 1985-1999 e 2000-2023. Se a Firenze le notti tropicali erano 26 all’anno quarant’anni fa, oggi sono 66-67, e se a Pistoia si è passati da 30 a 70, a Livorno una media di 70 degli anni ’80 alle attuali 90, a Grosseto da 52 a 90, a Lucca da 30 a 70, a Massa da 40 a 90. Questo perché, spiega il direttore del Lamma, se le massime più elevate si registrano nelle città della Piana, le minime più alte toccano in sorte alle città litoranee.
Mari bollenti
«Mentre ci aspettiamo che le notti tropicali raggiungano nei prossimi giorni i 23 gradi a Firenze, prevediamo oltre 25-26 gradi a Livorno o a Massa. Effetto della mancata azione di mitigazione del mare. Tirreno e Mar Ligure sono caldissimi, ora intorno a 29 gradi, ma nei prossimi giorni si scalderanno ancora raggiungendo i 31-32 gradi». Colpa del riscaldamento globale ma anche di El Niño (significa «Il Bambino», inteso come Bambino Gesù, ndr), il nome dato dai pescatori di Ecuador e Perù al riscaldamento del Pacifico che periodicamente tornava ogni 5-6 anni intorno a Natale e faceva sparire i pesci. «Non si tratta solo di un fenomeno locale – spiega Gozzini –. Ha condizionato le correnti in tutto il mondo, e tutto il Mediterraneo in questi anni ha subito un riscaldamento mai registrato prima». Ma se al caldo torrido dovremo adattarci almeno fino a giovedì 1 agosto, cosa succederà dopo? La canicola è il prodotto di un cambio di rotta dell’alta pressione in arrivo dall’Africa, che si prima si spostava su un asse sudovest-nordest, adesso ha virato in direzione sud-nord e investirà Francia e Italia. Fra venerdì 2 e sabato 3 agosto è attesa una perturbazione in arrivo dall’Europa e che investirà il nord Italia. Ma concederà «un calo momentaneo e modesto, da temperature massime fra i 40-41, scenderemo a 35-36». Ma l’illusione durerà un paio di giorni, perché «da domenica 4 agosto, almeno da quello che possiamo prevedere adesso – conclude Gozzini – potrebbe ripartire una ondata di caldo intenso».
Tregua? No
Niente tregua agostana. Il mese partirà sulla scia di questa incandescente fine di luglio. Valori record. Per noi, gettati nella tempesta del mutamento climatico senza strumenti di lettura, qualcosa di sconvolgente. Per i meteorologi l’avveramento di una profezia scolpita nei numeri. Non un caso che le giornate di caldo estremo, sopra i 35 gradi, in 40 anni siano passate da tre a 18 all’anno a Prato, da zero a otto ad Arezzo, da dieci a 26 a Firenze. È il riscaldamento globale.