Livorno, Msc vuole la Darsena Europa: com’è nata la decisione e le prospettive
Manifestazione d’interesse da parte del colosso italo-svizzero con Neri e Lorenzini. La decisione di Aponte maturata in autunno durante la diatriba contenitori-rotabilI
LIVORNO. La notizia è eclatante per il futuro economico e occupazionale di Livorno: Msc – colosso mondiale dei trasporti e della logistica – ha manifestato ufficialmente il proprio interesse per la Darsena Europa. L’ha fatto in partnership con il principale operatore livornese, il Gruppo Neri, e con un altro big del porto, la Lorenzini & C.
Ieri, martedì 7 gennaio, a Palazzo Rosciano è arrivata una lettera firmata da Gianluigi Aponte, numero uno della compagnia italo-svizzera, da Piero Neri e da Enio Lorenzini in cui si manifesta l’interesse e si chiedono informazioni di dettaglio sulla maxi opera che rappresenterà l’ampliamento a mare del porto e il terminal in grado di accogliere le portacontainer di ultima generazione, permettendo al nostro scalo di non restare tagliato fuori dal grande traffico dei contenitori.
La partita dei container
L’interesse per Darsena Europa della famiglia Aponte – che su Livorno da anni è in società nel terminal Lorenzini sul fronte cargo, ha notevolmente incrementato le toccate delle sue navi da crociera e con Moby controlla il terminal passeggeri tramite Livorno Terminals che ha in mano la Porto 2000 – è un segnale importantissimo per la principale “industria” cittadina, che arriva – e non è un caso – in un momento di grande incertezza sulle prospettive del business merci, incertezza legata ai timori del cluster portuale riguardanti un “cambio di destinazione” della Darsena Toscana, acquistata un anno fa da Grimaldi. Basti ricordare le recentissime scintille tra Grimaldi e gli operatori livornesi – sedate dall’intervento del prefetto Dionisi, del presidente dell’Authority Guerrieri e del sindaco Salvetti – sull’importanza di mantenere l’attività di Tdt concentrata sui contenitori.
Il ruolo di Piero Neri
La tempistica non è casuale, dicevamo: perché, secondo quanto ricostruito, l’interesse di Aponte per il nuovo maxi terminal ha avuto un’accelerazione notevole in autunno, proprio mentre andavano in scena le schermaglie tra operatori livornesi e Grimaldi.
Si racconta che l’operazione per creare un coinvolgimento importante di Msc sia stata gestita in prima persona di Piero Neri, presidente di Confindustria e punto di riferimento del cluster portuale che compatto punta sulla centralità dei contenitori. Un obiettivo che probabilmente nessuno in tutto il mondo, meglio di Aponte, potrebbe far raggiungere, ristabilendo quell’equilibrio dei traffici merci che sulle banchine labroniche si temeva e si teme tuttora possa andare alla deriva con un predominio di auto nuove e ro-ro ritenuto dannoso per la ricaduta economica e occupazionale sul territorio minore rispetto ai container.
Al quadro vanno aggiunte le frizioni tra Msc e Grimaldi, esplose quando Aponte entrò nel 49% di Moby salvando la compagnia di Onorato, competitor (e acerrimo nemico) dei Grimaldi, come Gnv Grandi Navi Veloci anch’esse di proprietà di Msc.
I contatti tra Neri e Aponte sono stati intensi, anche con viaggi a Ginevra da parte del cavaliere livornese, e hanno portato in poche settimane a convincere l’armatore italo-svizzero della bontà di un investimento ulteriore su Livorno, ipotesi che da tempo radio banchina sussurrava (anche come auspicio), ma non certo scontata ancor meno dopo che nell’estate del 2023 Aponte aveva rinunciato all’acquisizione – che sembrava praticamente conclusa – di Tdt.
Naturale nella partita è stato il coinvolgimento di Enio Lorenzini, partner stimato nonché anche amico personale dello stesso Aponte, che ha contribuito alla costruzione dell’operazione.
Il percorso
La strada perché Msc, Neri e Lorenzini acquisiscano la Darsena Europa è chiaramente lunga, ma ci troviamo comunque di fronte a un passaggio che potrebbe diventare storico per il porto di Livorno. Il percorso amministrativo è all’inizio, visto che ora starà all’Autorità Portuale fornire le documentazioni richieste, sulla base delle quali gli imprenditori potrebbero presentare l’istanza di concessione. Andrà capito l’iter ma va ricordato che il presidente dell’Autorità di sistema Guerrieri, in linea con quanto affermato dal viceministro Rixi, aveva annunciato la volontà di un’apertura e assegnazione a lotti. E poi ci sarà da vedere se altri operatori si mostreranno interessati e presenteranno una loro offerta.
Dal punto di vista imprenditoriale invece ci troviamo di fronte a un percorso molto avviato perché è chiaro che nel momento in cui un imprenditore del calibro di Aponte decide di entrare in una partita di questa portata e di mettere nero su bianco il proprio interesse per la Darsena Europa, significa che ha concluso le sue valutazioni strategiche, economiche e politiche e soprattutto che crede nell’operazione e in un progetto che ha una visione di alcuni decenni e che potrebbe trasformare il porto di Livorno in uno snodo centrale del traffico container mondiale. In questo senso va letta la ricaduta politica ed economica per la città: la volontà di acquisizione da parte del principale operatore cargo del mondo – 860 navi, 200mila dipendenti, 25,5 milioni di teu movimentati all’anno e 70 terminal controllati nei 5 continenti – fotografa l’appeal che il porto livornese, la sua posizione geografica e l’operazione Darsena Europa rappresentano e può garantire occupazione oltreché certezza di investimenti infrastrutturali ben oltre le banchine. Il finanziamento pubblico – che ha di recente ottenuto 90 milioni dalla Bei, la banca europea degli investimenti – si aggira attorno al mezzo miliardo di euro, mentre i partner privati saranno chiamati a un investimento di alcune centinaia di milioni.