Fi-Pi-Li, il presidente Giani conferma il pedaggio per i tir: ecco quanto si pagherà
Nuove anticipazioni sul progetto per la costituzione di Toscana Strade spa, una società Autostrade per l’Italia in versione toscana: «Non ci saranno caselli, ma un sistema di rilevazione satellitare»
Niente caselli ma un sistema di controllo via satellite sul traffico; pedaggio – solo per i tir – pari al 70% della tariffa praticata dalle autostrade. Nuove anticipazioni sul progetto per la costituzione e messa in atto di Toscana Strade spa, una società Autostrade per l’Italia in versione toscana per la gestione della superstrada Firenze Pisa Livorno; il presidente della Regione Eugenio Giani vi si è impegnato in prima persona. La prospettiva del pedaggio per i tir ha innescato la levata di scudi delle categorie. Ma Giani è deciso ad andare avanti. «Credo moltissimo nella soluzione di una società in house della Regione per affrontare il problema della FiPiLi con investimenti per allargare la sede stradale. Sono nelle mani del consiglio regionale: a settembre 2023 ho presentato la proposta per lo statuto, il programma di successione delle attività e per mettere in funzione Toscana Strade. È il consiglio regionale che deve dare il via libera».
Presidente Giani, perché il progetto è trattenuto?
«Nella prima fase è previsto che la commissione consiliare competente voti l’atto costitutivo, il programma di massima dei lavori, la concessione tra società in house ed ente concedente. Questo pacchetto costitutivo è stato sottoposto a categorie economiche, comitati, gruppi: come sempre accade. Ci sono state resistenze, in particolare dalle categorie degli autotrasportatori. Le consultazioni si sono dilatate all’infinito, la cosa si è trascinata. Siamo arrivati vicini a concludere, agli emendamenti per portare il pacchetto al voto del consiglio regionale ma eravamo alla vigilia della campagna elettorale delle elezioni di giugno. Abbiamo deciso di fare una pausa: non volevamo che Toscana Strade diventasse un argomento di campagna elettorale. Ora però mi aspetto che si proceda, che si dica di sì o di no. Anche la situazione che vediamo in questi giorni, fra traffico e code, dimostra che così la FiPiLi non può essere lasciata».
Pensa che le categorie abbiano cambiato idea nel frattempo?
«Mi auguro che comprendano che opponendosi al progetto di Toscana Strade non fanno il bene della Toscana».
Da tempo lei, presidente, parla di allargare la carreggiata della FiPili, lavori di cui si occuperebbe Toscana Strade. Esiste un’indicazione di dove si potrebbe allargare più facilmente, di quanti soldi sarebbero necessari?
«Ci sono punti in cui la terza corsia è già plausibile, ad esempio da Pontedera verso la diramazione Pisa - Livorno, uno dei punti cruciali anche del pendolarismo da e verso il mare. In quel tratto a margine della superstrada c’è la campagna; il progetto di tre corsie lì sarebbe fattibile: un intervento fra 40 e 50 milioni».
E per rendere tutta la FiPiLi a tre corsie?
«Per l’adeguamento totale abbiamo stimato un totale di risorse fra 400 e 500 milioni. L’importanza della terza corsia è fondamentale; lo vedranno tutti cosa significa: a settembre verrà inaugurato il primo tratto di corsia di emergenza, alcune centinaia di metri a Scandicci. Un intervento da 3,5 milioni con i soldi della Regione, ce lo potevano permettere».
I soldi necessari per manutenzione e investimenti arriverebbero tutti dal pedaggio dei tir?
«Il pedaggio dei tir non risolverà tutti i problemi. Il progetto è quello di una società con un reddito annuale di 22-25 milioni, di cui 12-15 dal pedaggio dei tir, più una parte di introiti dagli autovelox, che andrebbero metà alla Regione e metà alla tre Province competenti per territorio. Oggi gli incassi vanno tutti alle tre Province, ma loro non ce la fanno a fare i lavori. Circa dieci milioni l’anno verrebbero destinati a investimenti; passo passo, accendendo mutui, si potrebbero fare tutti gli interventi necessari. Le spese per il personale sarebbero minime: Toscana Strade non avrà neanche il cda, ma un amministratore unico, un manager capace che sappia creare nuovi introiti, da tabelloni pubblicitari, stazioni di servizio. Altre possibilità non ci sono; e non c’è da aspettarsi niente dallo Stato: Anas ormai fa solo le manutenzioni, le nuove realizzazioni sono bloccate».
Per trovare un punto di incontro con i trasportatori, sarebbe disposto a concedere loro qualche agevolazione?
«Tengo a ribadire che a pagare il pedaggio saranno solo i tir, non i cittadini, sia residenti che non residenti, e sarà pari al 70% del pedaggio autostradale. Non ci saranno caselli, ma un sistema di controllo satellitare sui veicoli, come già hanno diverse autostrade del nord. Per i primi due anni sono disponibile a non far pagare il pedaggio ai tir. In quel periodo troveremo risorse altrove, rinunceremo ad altri investimenti. Ma l’importante è far partire il volano, la società Toscana Strade. Progetti analoghi in altre regioni stanno funzionando molto bene».
C’è una data fissata per tornare a discutere di Toscana Strade in consiglio regionale?
«Ho parlato con il capogruppo Pd Vincenzo Ceccarelli e il presidente Antonio Mazzeo: sono disponibili a fissare una data a settembre. Do per scontato che intanto la commissione consiliare preposta esamini il progetto».
Manca un anno alla fine della legislatura, presidente. Cosa si augura?
«La FiPiLi è l’asse fondamentale tra la costa e aree interne della Toscana. È una strada di proprietà regionale e vorrei che facesse un salto di qualità. Mi auguro quantomeno, prima della fine della legislatura, di far approvare i passaggi fondamentali, tra cui lo statuto e la pianificazione di massima degli interventi».