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L'intervista

Carceri, Ilaria Cucchi: «Sollicciano luogo inumano, in prigione diventa criminale anche chi non lo era»

di Mario Neri
Carceri, Ilaria Cucchi: «Sollicciano luogo inumano, in prigione diventa criminale anche chi non lo era»

La senatrice: il decreto Nordio è inutile, dannoso e senza coperture

05 luglio 2024
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«Siamo di fronte ad una strage che si vuole ignorare. I numeri sono terribili e raccontano la realtà delle nostre carceri. A Sollicciano si è tolto la vita un ragazzo di soli 20 anni, a Livorno un uomo di 35, il 53esimo dall'inizio dell'anno. Rischiamo di superare tutti i record». Ilaria Cucchi c’è stata ad aprile nella prigione fiorentina. Visita a sorpresa, come consentito ai parlamentari. «Un carcere inumano», lo definì la senatrice di Sinistra Italiana e sorella di Stefano, il ragazzo morto ammazzato da detenuto dopo un pestaggio in una stazione dei carabinieri a Roma.

Cucchi, cosa ricorda di Sollicciano?

«Fuori pioveva. Sono entrata con l'ombrello e basti dire che dovevo riaprirlo perché pioveva anche dentro, quindi in molti settori era inagibile, acuendo così l’emergenza sovraffollamento in un penitenziario a cui mancano gli agenti».

Che pensa del decreto Nordio?

«Partiamo dal presupposto che oggi il ministro si accorge che le nostre carceri hanno un problema, solo che è ministro da quasi due anni. E di fronte al problema sovraffollamento il nostro governo pensa di risolverlo continuando ad introdurre nuovi reati. Peccato che il sovraffollamento è dovuto anche a loro, al governo e alla maggioranza».

Il decreto però punta a svuotarle le prigioni.

«E continuando a parlare alla pancia della gente, fanno tutto fuorché il cosiddetto svuota carceri. Siamo partiti dal decreto rave per arrivare a Cutro, passando per Caivano e ora si arriva al nuovo reato per le occupazioni di case. In realtà è un decreto inutile se non dannoso. Tra i punti previsti, le comunità per coloro che non possono permettersi i domiciliari. In realtà le comunità esistono già, solo che in Italia si fanno le leggi senza metterci i soldi. Peraltro non si chiama nemmeno più svuota carceri, ma carceri sicure».

E cambia qualcosa?

«Bisogna capire qual è il concetto di sicurezza. Significativo che il segretario nazionale del Sappe, Donato Capece, abbia ringraziato il ministro per l’introduzione del Taser per la polizia penitenziaria. Ma quale Taser, agli agenti serve formazione. Ma rientra tutto nella prassi di questa maggioranza, abituata alla repressione. Della vita di un detenuto non importa a nessuno, invece dovrebbe importare a tutti i cittadini se all’interno di un penitenziario si segue o meno un percorso che consente a chi sconta una pena di tornare nella società».

Sono previste anche nuove assunzioni.

«Benissimo le nuove assunzioni, perché a fronte di questo sovraffollamento, che ormai è a livelli mai visti, c'è un enorme problema di sottodimensionamento del personale, agenti frustrati perché non riescono a svolgere il loro lavoro».

Un agente frustrato è anche un agente più violento?

«È un rischio concreto. Incontro spesso agenti sotto stress. E d'altra parte, come non esserlo? Dico sempre che il carcere ha due vittime: da un lato i detenuti, coloro che sono costretti a viverci per scontare la loro pena, dall'altro chi vi è costretto ad entrarci tutti i giorni per lavorare, ma non è messo nelle condizioni di poterlo fare in maniera seria ed efficace».

Gli psicologi in Toscana lanciano l’allarme sulla mancanza di specialisti.

«Mi viene in mente un nome tra tutti che ho incontrato proprio nel carcere di Sollicciano: Federico Brunetti. C’è entrato per piccolissimi reati, in realtà non avrebbe dovuto nemmeno entrarci. Era affetto da un gravissimo disturbo psichiatrico e in carcere è diventato assassino perché ha ucciso il suo compagno di cella. Questo è il fallimento totale dello Stato, queste sono le nostre carceri oggi».

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