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Il caso

Cascina, tre colpi sparati in paese: grave un 35enne. L’agguato e il possibile movente

di Sabrina Chiellini

	La strada dove è avvenuto l'agguato
La strada dove è avvenuto l'agguato

In ospedale un uomo trovato su un’auto che è stata sequestrata dai carabinieri. Si cerca l’aggressore: decisive le immagini delle telecamere

27 giugno 2024
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CASCINA. Agguato dopo una lite tra case e negozi, all’ora di cena. Succede in un paese del comune di Cascina, San Frediano a Settimo, tagliato in due dalla Tosco Romagnola.

Sono passate da poco le 20 quando un trentacinquenne albanese, che probabilmente aveva un appuntamento con il suo aggressore, resta ferito dopo una violenta lite avvenuta all’esterno del bar La Posta o nelle immediate vicinanze. L’aggressore fa fuoco almeno tre volte con una pistola di piccolo calibro e si allontana. Sono alcuni amici del 35enne a chiamare i soccorsi. Nel frattempo però il gruppo di albanesi si sposta in un’altra frazione, a Navacchio, a pochi chilometri di distanza. I soccorritori arrivano davanti alla farmacia Adami e trovano il ferito su un’auto, ora sequestrata dai carabinieri.

Ben presto si rendono conto che l’uomo ha più traumi ma non sono dovuti a una caduta dalla moto, come era stato detto al 118 in un primo momento, bensì ad almeno tre colpi di pistola. Ha ferite a un braccio, a una mano e all’anca. Racconta, solo in un primo momento, prima di chiudersi nel silenzio, di aver avuto una lite con un uomo conosciuto al bar La Posta a San Frediano. Sull’episodio indagano i militari della compagnia di Pontedera e degli organi operativi del comando provinciale di Pisa.

Il movente è tutto da chiarire, anche se c’è il sospetto che possa trattarsi di un regolamento di conti per affari o per rancori personali, anche se il ferito risulta incensurato. Gli investigatori non avrebbero ottenuto informazioni utili neppure dai testimoni e ritengono che il silenzio sia dovuto soprattutto al timore di ritorsioni.

Per buona parte della notte i carabinieri restano a San Frediano a Settimo, tutti gli avventori del bar vengono identificati, vengono acquisite le immagini delle telecamere dell’esercizio pubblico, quelle della rete civica, vengono sentiti i connazionali che hanno trasportato fino a Navacchio il ferito, quando hanno deciso di chiedere aiuto.

«Nel nostro locale non c’è stata alcuna lite – afferma una barista – per noi è stata una serata tranquilla fino a quando abbiamo saputo della sparatoria».

Nel paese c’è chi dice di aver sentito dei colpi ma di avere pensato all’esplosione di botti e di non aver immaginato che accanto a casa loro ci fosse stato un agguato. La Procura ha aperto un’indagine per lesioni aggravate dall’utilizzo di armi, ma quando sarà ricostruito nei dettagli quanto è avvenuto gli inquirenti potrebbero procedere anche per il reato di tentato omicidio.

Poche le informazioni disponibili anche sull’arma, si sa solo che si tratta di una pistola a tamburo di piccolo calibro. Le ogive recuperate dopo che l’uomo è stato ricoverato a Cisanello saranno repertate.


 

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