Il Tirreno

Toscana

L’intervista

Argentario mon amour, Maurizio Costanzo: «Davanti a questo mare mi sento in Paradiso»

di Maria Antonietta Schiavina
Argentario mon amour, Maurizio Costanzo: «Davanti a questo mare mi sento in Paradiso»

Il giornalista e le sue vacanze ad Ansedonia con Maria De Filippi e i loro amati cani. Il sui legame con la Maremma è davvero profondo: con la seconda moglie e i figli piccoli prendeva casa in affitto

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(dal Tirreno del 24 agosto 2009)

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ANSEDONIA. In una di queste, Villa Sadula - dalle iniziali dei nomi di tre cani, un pastore tedesco, un bracco e un bassotto -, dove davanti al cancello di legno staziona notte e giorno una guardia giurata, gentile ma attenta, trascorre le vacanze estive il giornalista Maurizio Costanzo, innamorato da sempre della Toscana e affezionato frequentatore della Maremma, fin da quando con la seconda moglie Flaminia Morandi e i figli Camilla e Saverio, ancora molto piccoli, in estate prendeva una casa in affitto a Roccamare, vicino a Castiglione della Pescaia. «La Toscana è una terra stupenda - dice Costanzo aprendoci le porte della sua casa - e io ne sono letteralmente innamorato. Ma ancora di più sono innamorato di Ansedonia dove, nel 2002, dopo esservi stato in case prese in affitto per molte estati, sono riuscito a comprare con Maria la villa dove stiamo ora».

Qual è la sua giornata tipo nella casa di Ansedonia?

«Mi sveglio presto, verso le sette e un quarto, faccio colazione - una brioche, delle pesche o una fetta d'anguria -, guardo i giornali e vado in piscina, dove resto fino a mezzogiorno. Poi pranzo, mi riposo un po' e nel pomeriggio lavoro. La sera, invece, siccome mi piace molto Montalbano e non riesco mai a vederlo durante l'anno, mi guardo tutte le puntate registrate, oppure vedo alcuni film vecchi di Totò e Sordi.

Nel pomeriggio lavora in casa o in giardino?

«Nello studio, su una scrivania che ho messo davanti a una finestra da dove posso vedere il mare e l'Argentario... È un posto magnifico, tanto che per averlo sempre davanti agli occhi, nel bagno del mio ufficio di Roma ho fatto mettere una grande fotografia che mi raffigura proprio davanti a quella scrivania. E quando la guardo penso: “Ma che imbecille sono a rompermi le palle qui!”. Però poi so che non potrei vivere senza lavorare e mi consolo».

Sua moglie Maria ama come lei Ansedonia e questa casa?

«Certo. Lei poi si sposta molto più di me. In estate, prende sempre una barca in affitto e se ne va tutto il giorno per mare con nostro figlio, alcuni collaboratori: adesso per esempio da noi c'è Garrison (il ballerino coreografo americano della scuola di Amici n.d.r) e qualche amica. Spesso qui viene anche il fratello di Maria con la sua compagna, in questi giorni c'è mia suocera e se ne è appena andato mio figlio Saverio, che presto girerà un nuovo film. La compagnia davvero non manca».

Costanzo, è vero che sta scrivendo un altro libro?

«Sì. Lo pubblicherò con Mondadori verso Natale. Si intitola “Strategia della tartaruga”».

È un romanzo?

«No. Solo un libro di pensieri».

Da dove nasce l'idea del titolo?

«Dal mio legame con le tartarughe».

In che senso?

«Pur non avendone mai avuti in carne e ossa, adoro questi animali che campano cent'anni e non hanno rapporti né con i loro simili né con gli umani. Ne ho una grande collezione, quasi un migliaio e di ogni tipo, che tengo in casa e in studio e da sempre metto una piccola tartaruga in tasca come portafortuna».

Parliamo dei suoi cani, che la seguono dovunque e anche in vacanza.

«Maria e io amiamo moltissimo gli animali. Adesso abbiamo un pastore tedesco e due bassotti, uno di undici anni e l'altro di quattro: un gran rompiscatole che crede di essere più forte del pastore tedesco e lo sfida in continuazione. E questa casa per loro è un vero paradiso, perché qui sono liberi di andare a caccia di lucertole e di scorrazzare senza divieti».

Un paradiso da cui ogni tanto lei si allontana o dove si rinchiude per tutta la vacanza?

«Esco pochissimo, e chi me lo fa fare?».

Ma nelle sue poche uscite dove va?

«Al ristorante “Il cavaliere” di Orbetello Scalo. Il proprietario è romanista come me e fra noi c'è un grande feeling. Inoltre si mangia molto bene e si spende il giusto, tant'è che il locale è sempre pieno... Poi ogni tanto faccio una capatina al bar “Da Vinicio” che è proprio di fianco a casa. Ma per il resto preferisco far venire gli amici a trovarmi e restarmene tranquillo davanti a questa meraviglia».

Meraviglia a parte, come si è trovato con la gente del posto in tutti questi anni?

Bene, anche se il maremmano è strano, è uno a cui sta sulle palle l'idea del turista e che del turismo ne farebbe volentieri a meno. Ma ha un rapporto bello con la vita, forse perché sta in un vero paradiso».

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