Lucio Corsi festeggia il Disco d’oro con una vecchia moto e i suoi cani
La rivelazione di Sanremo ricarica le pile con gli amici in Maremma. Fa visita in libreria, al negozio del riuso: «È rimasto il ragazzo di sempre»
GROSSETO. In un solo mese dall’ingresso nel mondo dei grandi della musica italiana, Lucio Corsi si è trasformato in una sorta di Re Mida. “Volevo essere un duro”, il brano presentato al 75° Festival della canzone italiana, festeggia il Disco d’oro, che premia chi raggiunge le 100.000 copie vendute. Fino al 31 dicembre ne sarebbero bastate 50.000, ma da gennaio la Federazione Industria Musicale Italiana ha deciso i nuovi parametri per «i cambiamenti del mercato musicale italiano e il crescente impatto della fruizione digitale, che ha permesso ai singoli di raggiungere un pubblico sempre più vasto».
Ma non è il solo record fatto registrare dal cantautore di Vetulonia. Con 21.152.521 stream, “Volevo essere un duro” è di gran lunga il brano più ascoltato tra i 37 in gara a metà maggio (Lucio si esibirà martedì 13 e sabato 17) all’Eurovision Song Festival di Basilea, in Svizzera.
Una volta uscito dal frullatore, Lucio Corsi sta cercando, nei limiti del possibile, di tornare alla normalità: sta passando questi giorni nella sua Maremma. Ha fatto la sua apparizione in un bar a pochi chilometri da casa sua (il Bar del Bozzone) per la colazione e ha frequentato il capoluogo Grosseto tra teatro e negozi. Quelli che sono stati riportati anche dai social sono momenti di assoluta quotidianità, che confermano come l’improvviso successo non ha cambiato Lucio, rimasto il ragazzo di sempre, curioso, affabile, che prima di tornare a casa fa un aperitivo con gli amici.
Lui stesso ha postato un video sul proprio profilo social in cui si mostra mentre prova a far nuovamente “camminare” una vecchia moto d’epoca tra gli olivi di Val di Campo, zona a pochi chilometri dalla città etrusca di Vetulonia (comune di Castiglione della Pescaia) in cui vive con la famiglia e che continua a essere il suo luogo del cuore, l’amato «Far west» nel quale torna in ogni momenti libero. «Lucio è un ragazzo alla mano – racconta Suia Schembri, titolare di Usa e Riusa, il mercatino dell’usato in centro a Grosseto – È venuto a trovarci nel pomeriggio di lunedì, ha girellato per il negozio e ha fissato l’attenzione su una pianola. Abbiamo verificato insieme se funzionasse e Lucio si è messo a intonare la sua canzone di Sanremo, con un trio particolare di sue ammiratrici: le mie figlie Tecla, Maia ed Eva, che hanno cominciato a cantare con lui qualche strofa del brano. Un momento emozionante per le bambine, che durante il giorno ascoltano questa canzone in radio o sul telefonino, ma anche per me: sono rimasta affascinata dalla semplicità di Lucio. È veramente come si vede nelle interviste in tivù o su internet. Si è prestato a fare una foto, ma si è anche messo a conversare con le clienti e alla fine lo hanno salutato dicendogli: “Lucio, mi raccomando per l’Eurovision”. Lui è rimasto quello che ama gli occhiali e le sciarpe colorate».
Il cantautore in queste ore non ha fatto mancare la consueta visita alla libreria Palomar di piazza Dante a Grosseto, nella quale amici e cittadini si erano dati appuntamento nelle serate del festival per vederlo dal vivo in un maxischermo. «Da noi è un ospite pressoché fisso – dice Massimo Marinotti, il titolare – quando è a Grosseto non salta una sera, per venire a farsi un bicchiere di vino con gli amici, con i musicisti che compongono il suo gruppo. Si mette nella saletta e passa le ore a parlare di musica, di date, come se nemmeno fosse esistito Sanremo. Il successo sembra non toccarlo. Per noi è il Lucio che abbiamo sempre apprezzato, un ragazzo genuino che ama la musica».