Attenzione ai braccioli! Allarme dei pediatri per la sicurezza: perché sono rischiosi
Tra gli accessori potenzialmente pericolosi anche i salvagenti per il collo. In più, essendo fatti di plastica, hanno un impatto importante anche sull’ambiente
Sono di uso comune e accompagnano le estati al mare dei bambini. Giochi apparentemente innocui, ma che possono nascondere pericoli. Alzi la mano chi, da piccolo, non ha mai usato braccioli, salvagenti e giubottini per restare a galla durante un bagnetto in mare. Sono strumenti che garantiscono divertimento ma che hanno già fatto alzare il livello dell’attenzione per l’impatto sull’ambiente. Non per una loro responsabilità diretta, ma perché se consumati e rotti sono spesso abbandonati e contribuiscono a inquinare quello stesso mare in cui hanno regalato gioia. I pediatri americani hanno lanciato però anche un allarme su alcuni giocattoli da mare e dispositivi di galleggiamento che potrebbero aumentare il rischio di annegamento.
Braccioli e giubbini
I primi a finire nella lista nera dei pediatri americani sono i braccioli, ovvero le fasce gonfiabili che si avvolgono attorno alle braccia dei bambini. Sono comodissimi e sembrano garantire sicurezza, tanto ai piccini quanto ai loro genitori. Si possono sfilare facilmente e altrettanto facilmente possono sgonfiarsi. Ma i rischi sono presenti anche quando perfettamente funzionanti: obbligano i bambini a stare dritti in acqua, impedendo di assumere la posizione corretta quando si nuota, aumentando così il rischio di annegamento. Per lo stesso motivo sono considerati pericolosi anche i gilet da nuoto, che spesso sono integrati proprio con i braccioli.
Salvagenti per il collo
Un altro accessorio da mare potenzialmente pericoloso è il salvagente per il collo che tanto di moda sta andando in queste ultime estati. La sua funzione è tenere a galla il bambino, ma mettere qualsiasi cosa intorno al collo è un rischio per i più piccoli. Tanto in acqua quanto in qualsiasi altra situazione.
Costumi alla moda
Possono rappresentare un potenziale rischio anche alcuni costumi da bagno. Per i bambini, ad esempio, sarebbe meglio evitare di fargli indossare indumenti blu, verdi e azzurri in acqua. Perché? Facile: si confondo coi colori del mare e rendono più difficile individuare i bimbi in caso di incidente. A creare pericoli è poi anche la “moda”. I film Diseny hanno riportato in auge il personaggio della Sirenetta e subito sono arrivati anche costumi dotati di code per far sentire le bambine come Ariel. Il gioco però può diventare pericoloso: impediscono di muoversi liberamente e di camminare anche dove l’acqua e bassa.
L’attenzione non basta
Si potrebbe obiettare che nessuno di questi dispositivi può creare problemi con un attenta sorveglianza dei genitori. Ma è proprio questa la principale imputata: i dispositivi di galleggiamento infondono spesso un eccessivo senso di sicurezza, non solo nei bambini, ma anche in madre e padri. Prova ne sono i numeri. L’Organizzazione mondiale della Sanità segnala come ogni anno, in Europa, perdano la vita circa 5mila bambini tra 1 e 4 anni e come siano circa 175mila i decessi nel mondo dovuti all’annegamento tra 0 e 17 anni. Numeri simili anche in Italia: per l’Istat ogni anno si contano più di 340 decessi per annegamento e, guarda caso, la fascia di età più colpita e quella che va tra 0 1 19 anni: dal 2017 al 3032 si sono verificati 206 incidenti mortali.
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