Il Tirreno

per gli innamorati 

A Lucignano c’è l’albero dell’amore, al suo cospetto ci si promette fedeltà

Jeanne Perego
A Lucignano c’è l’albero dell’amore, al suo cospetto ci si promette fedeltà

È un capolavoro dell'arte orafa gotica alto 2,60 metri è custodito al centro della Sala delle Udienze del Museo

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Gli innamorati di qualsiasi età non possono perdere una visita del Museo comunale di Lucignano, un borgo di epoca medievale della Valdichiana. Il piccolo museo, situato a pianterreno del Palazzo Comunale, conserva, infatti un manufatto tanto raro e originale quanto prezioso: l’unico reliquario al mondo a forma di albero che ha qualcosa a che fare con chi è innamorato. L’ Albero d’oro, anche detto Albero dell’amore, Albero della vita o Albero di Lucignano, è il capolavoro dell’arte orafa gotica custodito in una grande teca di cristallo situata al centro della Sala delle Udienze del Museo comunale. Alto 2,60 metri, realizzato in rame dorato e argento, decorato con smalti, cristalli, coralli e miniature, presenta una base che sorregge un tempietto gotico sul quale è innestato l’albero vero e proprio che è composto da dodici rami (sei per parte) decorati da foglie di vite smaltate, medaglioni e piccole teche per reliquie. Sulla sommità dell’albero sono posti un Cristo crocifisso e un pellicano che si becca il petto, a simboleggiare l’animale che sfama i propri piccoli con il suo stesso sangue, così come Gesù Cristo ha versato il proprio sangue per una nuova vita per l’umanità. È il Lignum Vitae di Bonaventura, santo francescano, rappresentazione simbolica della Croce, vista come un albero vivente. Il corallo utilizzato rappresenta il sangue di Cristo. Per realizzare questo oggetto straordinario carico di tante simbologie occorsero la bellezza di 121 anni, dal 1350 al 1471. A iniziare il fine lavoro molto probabilmente fu un orafo della scuola senese-aretina, Ugolino da Vieri, cui fece seguito il famoso orafo senese Gabriello d’Antonio.

Il reliquiario ha avuto una storia travagliata: nel secolo scorso fu rubato e poi ritrovato sotterrato in condizioni decisamente critiche. Dopo il lavoro di restauro è tornato all’antico splendore, benché manchino alcuni medaglioni laterali e alcuni rami di corallo. Intorno all’oggetto sono nate tradizioni e leggende: innanzi tutto quella locale, poi diffusasi anche oltre i confini di Lucignano, che i futuri sposi vadano al suo cospetto a promettersi fedeltà. Dai futuri sposi si è passati genericamente a tutti gli innamorati. Una leggenda, invece, vuole che il depositare ai piedi dell’albero il bouquet di nozze porti bene alla coppia sposata. Un’altra, invece, suggerisce ai lui e alle lei di fargli visita per le sue virtù afrodisiache.

Staccando gli occhi dal reliquiario fitomorfo nella stessa sala, sul soffitto e nelle lunette, si fa ammirare il ciclo di affreschi degli uomini illustri, realizzato tra il 1410 e il 1479, che rende omaggio alla grandezza degli antichi come monito per coloro che dovevano amministrare la giustizia. —
 

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