Morto sull’A15, stava andando lavoro e si preparava a festeggiare il compleanno: cosa sappiamo della dinamica
Dipendente di una ditta massese che si occupa di segnaletica stradale, ha perso il controllo del camioncino. Valentino Delfino lascia tre figli, viveva a Castagnola con la compagna
MASSA CARRARA. Uno schianto terribile. Le lamiere del guard-rail dell’autostrada della Cisa che collega Aulla e La Spezia si piegano per la violenza dell’urto mentre il camioncino, ormai senza controllo, finisce in testa-coda fermandosi contro la barriera dal lato opposto. Per l’uomo alla guida, il 43enne Valentino Delfino, non c’è niente da fare: viene sbalzato via dalla postazione di guida, proiettato sull’asfalto dove i medici, al loro arrivo, tenteranno di tutto. Purtroppo senza successo, nonostante anche l’intervento in somma urgenza dell’elisoccorso che ha calato con il verricello il personale del 118 sul luogo dell’incidente.
Residente a Massa, a Castagnola, padre di tre bambini, Delfino (che avrebbe compiuto domani 44 anni) è morto lì, sull’asfalto maledetto dell’autostrada A15, a poche decine di metri dal cavalcavia che conduce in località Stadano. Una fine atroce, che ha gettato nello sconforto la sua famiglia e che ha sconvolto l’intera comunità apuana.
Un solo mezzo coinvolto
Non sono ancora le 7,30 del mattino. Valentino Delfino è alla guida del camioncino che utilizza per andare a lavorare. L’autostrada, in particolare proprio la Cisa, lui la conosce a menadito: è infatti impiegato nell’allestimento di cantieri sulle carreggiate autostradali, dipendente dell’azienda Segnaletica per l’Italia di Massa a cui Salt (in quanto società che gestisce l’A15) si rivolge per alcuni interventi. E anche ieri mattina lui si trovava lì per lavoro, diretto a uno dei cantieri aperti lungo la Cisa: in gergo tecnico, stava effettuando un “trasferimento”.
Il camioncino che Delfino sta guidando attraversa il tratto di autostrada davanti alla frazione di Stadano, quindi si immette in curva. Ma è a questo punto che accade qualcosa. Il 43enne alla guida perde il controllo del veicolo, sicuramente non aiutato dall’asfalto ancora umido: le cause sono ancora tutte al vaglio degli inquirenti, con la polizia stradale di Pontremoli che è stata incaricata di effettuare i rilievi e prendere in considerazione ogni genere di variabile che possa spiegare l’accaduto.
Quel che è certo è che il camioncino sfreccia contro il guard-rail a margine della carreggiata all’altezza del ponte Isola II. I danni al mezzo – che finisce in testa-coda dall’altra parte della carreggiata – sono ingenti, la barriera si piega sotto la violenza dell’impatto che quasi divelle anche un cartello lì presente. Delfino, alla guida, viene sbalzato via dall’abitacolo. Secondo i primi rilievi degli agenti della polizia stradale, non sarebbero stati coinvolti altri veicoli. Nel dramma, una fortuna: a quell’ora il traffico in quel tratto di A15 non è così intenso da impedire a chi è alle spalle del camioncino di frenare in tempo, evitando di finire compreso nella carambola dell’incidente.
I soccorsi
In soccorso di Valentino Delfino si precipita l’automedica del 118 affiancata dall’ambulanza con a bordo i volontari della Croce Bianca di Aulla. In pochi minuti i mezzi di soccorso sono sul posto, così come le volanti della polizia stradale (che bloccano il traffico: l’autostrada in direzione sud è stata riaperta solo alle 11,18) e i vigili del fuoco. Il responsabile del 118 che per primo giunge sul posto non ha dubbi su come procedere e dà subito l’ordine alla centrale operativa di far decollare l’elicottero Pegaso 3 dall’elisuperficie di Massa-Cinquale.
Le condizioni del 43enne appaiono disperate: l’uomo è in arresto cardio-respiratorio e i sanitari procedono a eseguire tutte le manovre rianimatorie attuabili per cercare di far ripartire il suo cuore. Non si danno per vinti, arrivano anche a utilizzare per un tentativo estremo una fiala di adrenalina per cercare di rianimarlo. Ma non c’è niente da fare: all’arrivo dell’elisoccorso i medici vengono calati con il verricello direttamente sul luogo dell’incidente ma il loro compito, alla fine, si limita alla drammatica constatazione del decesso.
Alla Croce Bianca di Aulla non resta che attendere il via libera del magistrato (che arriva in breve tempo) per portare la salma all’obitorio del Noa di Massa: la Procura ha aperto un inchiesta (come da prassi) ma al momento non ci sarebbero ipotesi di reato all’esame degli inquirenti. Tanto che il corpo, in mattinata, è già reso a disposizione della famiglia.