Prato, tre carabinieri e un avvocato indagati per truffa, peculato e rivelazione di segreto d’ufficio
Sono due fascicoli distinti: il primo riguarda l’ex comandante della Compagnia, il secondo ipotizza una fuga di notizie nell’indagine su un tentato omicidio
PRATO. Peculato, truffa aggravata, falso ideologico e rivelazione di segreto d’ufficio. Sono le ipotesi di reato contenute in due fascicoli d’indagine che riguardano tre carabinieri (uno non più in servizio) e un avvocato pratese e che creano un comprensibile imbarazzo nell’Arma.
Ne ha parlato oggi, 21 marzo, in un comunicato il procuratore Luca Tescaroli, spiegando che per uno dei due fascicoli è stato notificato l’avviso di chiusura indagini, mentre nell’altro le indagini sono in corso, trattandosi di fatti molto più recenti.
Il primo fascicolo riguarda il tenente colonnello Sergio Turini, già comandante della Compagnia di Prato e ora in congedo, che ha già patteggiato una condanna per i favori all’amico imprenditore Riccardo Matteini Bresci e all’investigatore privato torinese Roberto Moretti.
Nei confronti di Turini, spiega il procuratore, è emerso «l’utilizzo di automezzi per esigenze dei propri familiari, per incontrare imprenditori cinesi fuori dalle esigenze di servizio, raccogliere regalie da parte di titolari di aziende vinicole, nonché la predisposizione di atti falsi per giustificare indebiti allontanamenti dalla sede di lavoro per esigenze private, con l’impiego di automezzi di servizio».
In questo fascicolo è indagato anche un luogotenente dei carabinieri che è sospettato di aver predisposto atti falsi per far risultare la sua partecipazione alle riunioni dell’organo di rappresentanza sindacale Co.Bar., quando invece non sarebbe stato presente, in almeno 11 occasioni. Per questo è indagato con l’ipotesi di truffa ai danni dell’Arma (consistita nell’indebita percezione dello stipendio e dei rimborsi sulle spese di viaggio).
Non è finita, perché in un altro fascicolo risultano indagati un altro luogotenente dei carabinieri in servizio al Comando provinciale di Prato e un avvocato del foro di Prato. Il sottufficiale è sospettato di aver rivelato al legale atti coperti da segreto in relazione al tentato omicidio avvenuto lo scorso 26 gennaio all’interno della stamperia cinese Arte Stampa di via Pistoiese, poi sequestrata dalla Procura nell’ambito di un’indagine sullo sfruttamento dei lavoratori. L’avvocato, che non difende il presunto autore del tentato omicidio, avrebbe istigato il luogotenente dei carabinieri a rivelargli a che punto erano le indagini sull’accoltellamento. Entrambi ora sono indagati.