Prato, picchetto davanti al maglificio: «Vogliamo lavorare 8 ore e non 12». E il Comune multa gli scioperanti
Il presidio è stato promosso dal Sudd Cobas in un’azienda del Macrolotto. La Municipale ha notificato una sanzione per occupazione del suolo pubblico
PRATO. Un nuovo fronte di lotta contro il presunto sfruttamento dei lavoratori è stato aperto dal sindacato Sudd Cobas. Da giovedì 13 febbraio va avanti nel Macrolotto 1 lo sciopero degli operai del Maglificio CXL, in presidio permanente con le tende davanti al cancello dell'azienda nonostante la forte pioggia e il vento degli ultimi due giorni. Secondo il sindacato i dipendenti ora in sciopero hanno lavorato per 12 ore la settimana su 7 giorni. «Hanno stirato, etichettato e inscatolato migliaia e migliaia di vestiti, anche di note marche internazionali, che venivano esportati in tutta Europa, senza ferie, pause o malattie retribuite» sostiene il sindacato.
Sempre secondo il Sudd Cobas, l'azienda di via Paronese avrebbe usato un'agenzia del lavoro per assumere i lavoratori, «con una miriade di contratti da 5 o 10 giorni per mantenere il lavoro precario e gli operai più ricattabili».
Con la vertenza e il picchetto davanti al maglificio, il sindacato chiede di passare a turni di 8 ore per cinque giorni alla settimana e la stabilizzazione dei contratti.
Intanto oggi, 15 febbraio, è arrivata la polizia municipale per notificare agli scioperanti una multa per occupazione del suolo pubblico, il marciapiede, con l’intimazione di smontare il presidio.
«Ci aspettavamo che con la nuova giunta ci sarebbe stato un cambio di passo – commenta il Sudd Cobas in una nota – Il Comune di Prato ci multa e ci ordina di sgomberare il picchetto? Noi vogliamo sperare di no. Chiediamo alla sindaca Bugetti di venire al presidio lunedì mattina per incontrare i lavoratori della CXL e dare un segnale chiaro su quale sia la posizione del comune, e il ritiro della multa e dell'ordine di rimozione sperando si tratti di un errore».
«A Seano e a Montale il Comune portava da mangiare agli scioperanti – ricorda il sindacato – A Campi Bisenzio il Comune forniva dei bagni al presidio e sindaco e vicesindaca sono più volte venuti al presidio. Il sindaco di Calenzano si espresso pubblicamente sulla stampa a sostegno degli scioperi. A Prato in due 2 anni non si è mai visto qualcuno della nuova giunta a un presidio, né una parola di sostegno ai lavoratori. A Prato, centro dello sfruttamento, c'è evidentemente un problema».
«La nostra tensostruttura e il nostro picchetto non sono opere abusive – dice ancora il sindacato – Sono opere di solidarietà e mutuo supporto tra lavoratori in lotta per una vita migliore. Abusivo è lo sfruttamento».