Disastro di Calenzano, i due feriti più gravi sono ancora in coma farmacologico
La Procura di Prato ha annunciato un nuovo sopralluogo, forse l’ultimo, per il 30 gennaio. Entro metà febbraio il deposito della perizia sulle cause dello scoppio
PRATO. A distanza di un mese e mezzo sono ancora in coma farmacologico i due feriti più gravi a causa dell’esplosione dello scorso 9 dicembre al deposito Eni di Calenzano che ha provocato 5 vittime e 28 feriti. Lo fa sapere la Procura di Prato, che annuncia anche un altro sopralluogo al deposito Eni, che verrà compiuto il prossimo 30 gennaio, mentre per il 16 febbraio è atteso il deposito della perizia tecnica sulle cause dello scoppio, il documento in base al quale la Procura valuterà se ci sono state responsabilità (pochi giorni dopo il disastro aveva già parlato di “una condotta scellerata”). I due feriti, dicono gli inquirenti, sono ancora intubati e in pericolo di vita. E i sanitari «stanno procedendo alle manovre finalizzate al loro graduale risveglio, sempre che sia possibile».
Le indagini, spiega oggi, 22 gennaio, in un comunicato il procuratore di Prato Luca Tescaroli, «si sono nutrite del prezioso apporto dei carabinieri del Nucleo investigativo del reparto operativo del comando provinciale di Firenze, degli appartenenti all'ufficio Prevenzione, infortuni e sicurezza sui luoghi di lavoro dell'Ausl Toscana Centro - Calenzano e Prato e dei vigili del fuoco del comando provinciale di Firenze. Quest'ultimo reparto sta assicurando dal 9 dicembre la custodia e la vigilanza del deposito Eni, attività che assicurerà sino al 30 gennaio 2025», la data individuata per l'ultimo sopralluogo che consentirà ai consulenti tecnici nominati dalla procura di ultimare i loro elaborati per individuare le cause del disastro. «Sono state e verranno effettuate perquisizioni, ispezioni e sequestri per consentite di individuare eventuali posizioni di garanzia e responsabilità in relazione ai fatti verificatisi», conclude il procuratore Tescaroli.