Il Tirreno

Prato

Il costo dello sport

Calcio, pagano anche i bambini. A Prato atletica e rugby fanno eccezione

di Alessandro Formichella

	La presentazione delle giovanili del Prato
La presentazione delle giovanili del Prato

Partite giovanili: il pallone chiede aiuto alle famiglie per sostenere i bilanci delle società

14 ottobre 2024
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PRATO. Sei, sette euro il costo di un biglietto per vedere una partita di calcio dei giovanissimi o delle scuole calcio dei bambini. E magari strappando il biglietto anche ai fratellini oltre che ai genitori del giovane giocatore.

Nell’universo dei dilettanti delle oltre 50 società calcistiche pratesi, di fronte ai prezzi di entrata c’è chi storce il naso, chi cerca una giustificazione con i sempre maggiori costi a bilancio, chi cerca di risolvere il problema.

Le società calcistiche pratesi denunciano tutte la stessa cosa: la necessità di raccogliere anche piccole cifre di entrata per sostenere i costi sempre maggiori di gestione e, quindi, far pagare il pubblico almeno a partire dalla età di 7 anni. Da uno a 6 anni, il Prato calcio fa entrare gratuitamente tutti i bambini, ma inserisce il biglietto a 7 euro a partire dai sette anni in su anche per vedere i match della scuola calcio. E questo vale per le partite dei più piccoli, senza contare quelle delle serie maggiori degli adulti. Ma il mondo del calcio è questo: un po’tutte le società si ritrovano a mettere il biglietto di ingresso anche per incontri amichevoli o per le partite da 120 minuti, divise in quattro tempi, dei bambini.

Al Coiano Calcio Santa Lucia, società storica dove hanno iniziato a tirare i primi calci al pallone Paolo Rossi, Alessandro Diamanti e Christian Vieri, è prevista una sorta di abbonamento di 50 euro per vedere dieci partite dei giovanissimi della scuola calcio. Difficile pensarla diversamente. Al Mezzana Calcio le partite dei bimbi delle scuole calcio si possono vedere pagando il biglietto di 6 euro dai 18 anni in su. Alla società calcistica Prato Nord la politica promossa dal presidente Angelo Brigandì è quella di fare entrare gratuitamente tutti fino ai 16 anni di età e solo dai 17 anni in su far pagare 6 euro. Al calcio La Querce, si segue addirittura un’altra linea: entrata gratis fino ai 14 anni di età e per gli over 65, poi il biglietto per ogni partita è di 6 euro e nel caso si presentino al botteghino i genitori di un giovane calciatore è solo uno a pagare l’entrata. Insomma, soluzioni di ogni tipo sia per attrarre giovani calciatori sia le famiglie attorno al campo verde per il calcio a undici o a cinque, ma senza rinunciare, a quanto pare, a qualche incasso.

Uno scenario diverso, quello che si presenta uscendo dal mondo del calcio. È il caso dei Cavalieri Unione Rugby Prato Sesto, che con una scuola giovanile di ben 250 ragazzi, rappresenta lo sport che, almeno per ora, esce da determinate logiche. Qui nel campo rugby di Iolo è tutto gratis fino alle partite under 21 e si pagano solo 5 euro per vedere una partita di serie A1, il top del campionato italiano.

«Il rugby è un’altra cosa rispetto al calcio. Un altro mondo – dice Fabrizio Fusi, dirigente del Cavalieri Union Rugby – Fino a un anno fa anche per le partite di serie maggiore chiedevamo una offerta libera. Quest’anno, visto anche il campionato prestigioso e le squadre in campo, abbiamo messo 5 euro di biglietto per la serie A». Il rugby, uno sport fisico, duro, con il titolo di essere soprattutto una scuola di vita; uno sport dove il rispetto dell’avversario, dei compagni di squadra e degli arbitri è cultura del fair play e della lealtà.

Ma c’è anche tutto un mondo dello sport che di soldi ne vede pochissimi. È il caso dell’Atletica Prato che conta ben 650 tesserati e che ha in gestione, per conto del Comune, l’impianto Ferrari. «Grandi sponsor e capitali girano attorno al calcio, e per noi è tutto più difficile – spiega Roberto Pagliocca, vicepresidente dell’Atletica Prato – Da noi ogni evento di atletica leggera è gratuito. Possiamo avere anche 1.000 persone sugli spalti, ma niente incassi. Come ci reggiamo? Con le quote del tesseramento e di qualche sponsor che comprende bene e conosce la valenza sociale dell’atletica che tra l’altro, adesso, con l’impianto Ferrari fa di Prato uno dei centri di attrazione importanti di tutta l’Italia centrale. Ma biglietti e incassi, niente». 

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