Il Tirreno

Prato

Commerciante dalla nascita, innamorato del centro storico

di Maria Lardara
Commerciante dalla nascita, innamorato del centro storico

Lo zio aveva un negozio in via Garibaldi, i nonni facevano i mercati e la mamma aveva un banco in piazza Duomo. «La pratesità contraddistingue chi bada più alla sostanza che alla forma»

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PRATO. Quando era piccolo, le nonne si divertivano a prenderlo in giro: «Marco, tu sei nato su un banco», gli dicevano. In fondo, avevano un po’ ragione: nel suo albero genealogico si scopre che lo zio, nel secondo dopoguerra, aveva aperto un negozio in via Garibaldi (“Castelli”), che i nonni da una vita facevano i mercati e che anche la mamma aveva un banco in piazza Duomo, proprio di fronte alla sede Cap. Generazione di commercianti, quella dei Chiani a Prato. Di quelli con salde radici dentro le mura. Quel bambino nato nel 1962 fra le pareti di casa in via dei Tintori si è fatto le ossa ed è diventato un commerciante legatissimo al centro storico, degno così della migliore tradizione di famiglia. Dal passato al presente, nel modo di lavorare di Marco Chiani, storico associato all’Unione commercianti (in passato ha ricoperto cariche direttive) non c’è posto per i rimpianti. «Non sono un nostalgico, mi piace vivere il mio tempo. Un conto è la memoria, un altro è la vita reale. Mi riconosco nella mia identità di pratese. La considero una fortuna: pratesità è una concezione di chi bada più alla sostanza che alla forma. Sì, forse siamo un po’ “beceroni” ma il lavoro non ci ha mai fatto paura».

Cartoline da via del Pesce. Quando suo padre Arturo alzò per la prima volta la saracinesca dell’omonimo negozio in via Firenzuola, nell’immaginario collettivo via del Pesce per la moltitudine di pescherie lungo la strada, quello era il quartiere degli alimentaristi pratesi. Aperto alle auto (allora erano poche) e anche in piazza Duomo transitavano gli autobus. «Negli anni Ottanta questa era una delle strade più vitali, ricordo quando alla fine degli anni Settanta da ragazzino venivo a dare una mano a mio padre. Prima tenevamo più articoli d’abbigliamento, ora siamo più specializzati nella merceria. Cambiano i tempi ed è cambiata sicuramente la clientela».

Lettere di ringraziamento. L’unica cosa che non ammazza il tempo è il rapporto di fiducia nel rapporto tra cliente e negoziante. Un valore in cui Marco Chiani, titolare di un altro negozio di abbigliamento per i bimbi (“Z” in corso Mazzoni), crede molto perché è anche in questo che si misura la stoffa del commerciante. E così di tanto in tanto fioccano le letterine di ringraziamento. E sono soddisfazioni. A comporla in punta di penna, proprio di recente, è stata una signora anziana, non certo tra le clienti più affezionate. Aveva bisogno di acquistare della biancheria per un ricovero in ospedale, dimenticando però i soldi a casa. I Chiani, al di là qua del bancone, non si sono certo negati di fronte a questa emergenza, tanto che la signora è passata in un secondo momento a saldare il conto. «Intendiamoci, la clientela non è tutta così. Ci sono persone che entrano e nemmeno porgono il saluto. Un atteggiamento fastidioso, una mancanza di rispetto per chi lavora. Nell’altro punto vendita per bambini, per un mese ho tenuto il cartello con sopra scritto “In questo negozio è gradito il saluto”».

Centro storico, mon amour. Sarà per l’orgoglio di esser nato dentro le mura, sarà che qui si è sempre concentrata la sua attività commerciale (“Z” ha aperto i battenti nel 1997 trasferendosi due anni e mezzo fa da via Santa Trinita a corso Mazzoni, senza dimenticare l’esperienza di “Arturo junior” sempre per bimbi e sempre in centro) ma l’affetto di Marco Chiani per il centro riecheggia nei ricordi delle bravate da bambino, di quando insieme agli amici entrava con la bicicletta nella vasca di piazza Ciardi (non ancora piena d’acqua) per cercare di emulare il “gioco della morte” della fiera di Prato (in viale Galilei). «I miei genitori avevano un banco alla fiera di Prato», racconta Marco mentre sfoglia fotografie in bianco e nero che ritraggono la madre negli anni Settanta. Oggi Marco adora sempre la bicicletta ma la usa per compiere il tragitto casa-lavoro, dal negozio all’abitazione alla Castellina dove vive con la moglie e le sue tre figlie.

Un commerciante con le ali. Il ritratto di Marco Chiani offre anche lo spaccato di una Prato intessuta di abilità manuale: è quella che gli serve per costruire… aquiloni. Di giorno commerciante, di sera impegnato a progettare e costruire aquiloni di fattura artigianale. «Li cucio in prima persona utilizzando come materiale le tele di spinnaker: il mondo degli aquiloni per me rappresenta una “cura” rispetto a un lavoro, quello di commerciante, che non comporta nessuna manualità».

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