Cascina, l’Asl chiede il pagamento dei livelli: salasso su 300 proprietà. Cosa sono e perché gli avvisi arriveranno anche in altri comuni
Nel territorio cascinese i terreni maggiormente interessati sono nei paesi al confine con Pisa, quelli dell’ansa dell’Arno. Scoppia la protesta dei cittadini
CASCINA. Sono circa 300 le proprietà che si trovano nel comune di Cascina e che sono finite nel “mirino” dell’Asl Toscana nord ovest, pronta a rivendicare l’esistenza del livello, cioè di un onere reale gravante sul bene rimasto “dormiente” per anni. Nel senso che nemmeno i proprietari ne erano a conoscenza. Ad accendere i riflettori sulle richieste di pagamento è un cittadino di Cascina. L’Asl Toscana nord ovest ha inviato lettere alle famiglie di Cascina, Pisa e dintorni chiedendo alle famiglie di pagare il canone livellare (una storia che risale al Granducato di Toscana. «Questa richiesta riguarda centinaia di famiglie e di fatto blocca la compravendita di case, proprio a causa dell’obbligo di pagamento di questo canone». Sono mesi che gli uffici amministrativi dell’azienda sanitaria locale sono al lavoro, facendo anche un lavoro certosino, per andare a caccia dei livelli.
Nel territorio cascinese i terreni maggiormente interessati sono nei paesi al confine con Pisa, quelli dell’ansa dell’Arno. Ma per chi ha ricevuto la cartella con richiesta di pagamento la sorpresa non è stata di quelle gradite.
Richieste che a breve arriveranno anche in altre zone, considerato che il territorio di competenza dell’Asl nord ovest è abbastanza ampio e va dalla Lunigiana fino alle Valli Etrusche.
Abbiamo chiesto all’azienda sanitaria come intende procedere, ora che è stato effettuato l’accertamento sui gravami esistenti. «L’Ausl Toscana nord è titolare del diritto del concedente per circa trecento immobili (terreni, fabbricati) situati nel comune di Cascina e che derivano dai beni posseduti a suo tempo dall’ex Ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze» comincia così la risposta dell’Asl, diretta dalla dottoressa Maria Letizia Casani.
Su questi immobili esiste ancora il regime giuridico del cosiddetto livello, contratto «agrario ormai in disuso, consistente nella concessione pluriennale di un fondo a fronte del pagamento di un canone annuo (oggi è equiparato all’enfiteusi)».
L’Asl, per adempiere «a quanto previsto dalla normativa e al fine di perseguire legittimamente la riscossione dei canoni livellari, ha quindi avviato una puntuale e complessa verifica dei diritti reali e delle rendite di cui risulta essere titolare ed ha approvato un regolamento specifico per calcolarne gli importi». Un bel salasso sta per arrivare nelle tasche dei contribuenti.
Perché l’attività di verifica, tutt’ora ancora in corso, ha portato «all’invio di circa 150 richieste di pagamento dei canoni livellari, per un importo complessivo di quasi 400mila euro. Nella lettera di richiesta viene comunque indicato in che modo i cittadini possono inviare all’Asl le proprie osservazioni nel caso ritengano che il diritto reale si sia estinto (per affrancazione, per sentenza giudiziale) o che il canone non sia dovuto o non sia congruo».
Circa 20 anni fa un caso simile, ma quella volta per la richiesta dei livelli fatta dalla diocesi di Volterra, era scoppiata a Terricciola. Una storia che tenne a lungo il paese con il fiato sospeso.