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l'intervista

Lvhm entra nella sua società, l'imprenditore di Santa Croce si racconta

Andreas Quirici
La famiglia di Fabrizio Masoni con la moglie Federica e i figli Romeo, Caterina, Giuseppe e Ludovica
La famiglia di Fabrizio Masoni con la moglie Federica e i figli Romeo, Caterina, Giuseppe e Ludovica

Fabrizio Masoni racconta l’ingresso nella sua conceria di Lvmh, che produce Louis Vuitton e Fendi 

22 dicembre 2019
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SANTA CROCE. «Un anno e mezzo fa sono stato chiamato dalla Me’tiers d’Art, società del Gruppo Lvmh di cui sono fornitore da anni. Mi è stato chiesto cosa volevo fare da grande e io ho spiegato che avrei voluto prendere a bordo una realtà di grande valore, mantenendo autonomia e libertà che hanno sempre caratterizzato la mia attività. E ora siamo qui a raccontare la nuova avventura». Fabrizio Masoni, 56 anni, titolare della conceria di Santa Croce che porta il suo cognome parla del patto per l’ingresso in minoranza nella conceria da parte del colosso della moda presieduto da Bernard Arnault, proprietario di marchi come Louis Vuitton, Fendi, Bulgari e Moët & Chandon. E che nel 2018 ha registrato un fatturato di 46,8 miliardi.

Curioso che un big del lusso entri in un’azienda con la minoranza. Teme scalate?

«L’accordo prevede che restino in minoranza. Non avrei mai venduto l’intera azienda».

E perché Lvmh ha detto sì?

«Conoscono il nostro lavoro e la bontà dei prodotti e dei dipendenti. Hanno accettato che Masoni non sia loro fornitore esclusivo. Manterremo le caratteristiche originarie».

E quali sono?

«Pelle di vitello con una collezione classica, ma che si rinnova ogni due o tre mesi. I marchi Lvmh sono il 20% del fatturato e, in futuro, sarà così. Ma non cambierà la ricerca della massima qualità dei prodotti».

Ha fondato l’azienda nel 2001 ottenendo subito un fatturato di 10 milioni, raggiungendo quota 47 milioni l’anno scorso. Dove vuole arrivare con questo accordo?

«Il progetto è aumentare la produzione del 30% e, di conseguenza anche il fatturato. Ma per fare questo avremo bisogno anche di incrementare il numero dei dipendenti che attualmente sono 65 distribuiti in due stabilimenti. Così, nel 2020 faremo assunzioni, ma al momento non possiamo svelare troppo i piani».

Allora restiamo all’emozione di questi momenti. Cosa ha provato con l’avvicinarsi alla firma dell’accordo?

«È stato un percorso difficile, ma ho sempre potuto contare sull’appoggio di mia moglie Federica e dei miei figli che, la sera prima della firma, mi hanno fatto commuovere».

Racconti...

«Abbiamo fatto una videotelefonata con i nostri quattro figli collegati ed è stato un momento davvero toccante. Perché questo è un passo importante, ma è una decisione presa da tutta la famiglia. Mi hanno regalato una penna di Tiffany, ultima acquisizione di Lvmh, come se fosse l’approvazione definitiva al grande passo che mi apprestavo a fare. E tutto si è concluso con una tempistica perfetta. Il closing è arrivato il giorno prima della cena aziendale in cui abbiamo dato l’annuncio a tutti i dipendenti, i quali hanno ricevuto i premi produzione e, come ogni anno, premi a chi ha portato avanti le proprie passioni, come corsi di lingua straniera o di teatro».

Una curiosità, i suoi figli vivono tutti all’estero?

«Ludovica di 11 anni e Giuseppe di 15 studiano in Svizzera, la diciottenne Caterina sta ultimando una scuola molto importante di moda a Parigi e Romeo, che ha 28 anni, lavora nel settore finanza di Ferragamo a New York. Ma ora sono tutti qui con noi».

C’è speranza che qualcuno di loro segua le sue orme?

«Io spero che abbiano la mia passione per questo lavoro. Ma ora sono impegnati a seguire la loro strada».

E lei come ha costruito il suo percorso?

«Non sono figlio di conciatori. Mio nonno faceva il cuoio, ma non mi sono trovato con un’azienda da ereditare. Ho fatto il dipendente in numerose imprese e poi, nel 2001, ho aperto la mia riuscendo sempre a crescere».

Ora questa nuova avventura che s’inserisce in un periodo particolare per il distretto di Santa Croce. Come vede il futuro del settore?

«Siamo un comparto industriale, ma fondamentalmente artigiano. Siamo come i produttori di vino che fanno un lavoro sempre diverso, giorno per giorno. Il fatto che gruppi come Lvmh investano da noi, o che concerie venete s’insedino in Toscana, è il riconoscimento di un’attività praticamente unica al mondo».

Ora il riposo per il Natale. Come festeggerà dopo questo importante passo?

«So solo che partiremo tutti insieme il 25 dicembre per una settimana. Ma la destinazione è una sorpresa della mia famiglia». —

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