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Pediatri in Toscana, via alle 28 aggregazioni. Premi (fino a 3mila euro) a quelli che vaccinano di più

di Mario Neri
Pediatri in Toscana, via alle 28 aggregazioni. Premi (fino a 3mila euro) a quelli che vaccinano di più

Nascono le “squadre” territoriali: l’intesa fra Regione e sindacati servirà anche a sostenere le aree svantaggiate e carenti di dottori per i bimbi

08 ottobre 2024
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FIRENZE. Ventotto “squadre” di pediatri. Tante quante le zone distretto. Si chiamano Aggregazioni funzionali territoriali (Aft), uno strumento che consentirà ai medici dell’infanzia di andare in soccorso ai colleghi in caso di assenze o difficoltà a coprire alcuni territori o obiettivi di salute pubblica per i pazienti fino a 14 anni in una determinata area. Non solo.

Con un accordo appena siglato fra assessorato regionale alla sanità e i sindacati dei pediatri di libera scelta, la Toscana conferma i premi erogati ai camici bianchi che raggiungeranno gli standard massimi di copertura vaccinale per bambini e ragazzini nelle principali campagne di prevenzione. Gettoni che potranno raggiungere i 3000 euro annui. Lo prevede l’ultima delibera approvata dalla giunta di Eugenio Giani proprio a seguito dell’accordo con i pediatri toscani.

Il patto dei medici dei famiglia

Un patto che replica quello già esistente per i medici di famiglia. Oggi sono circa 380 i pediatri di libera scelta in regione, ognuno con una media di 800 pazienti (il massimo che può avere ogni pediatra è di 1000 pazienti). E sebbene il numero sia in calo per effetto di quello che sembra un trend di denatalità inarrestabile, restano nella regione alcune zone carenti. «Ci sono cinque o sei aree, soprattutto montane o rurali, si pensi a San Marcello Pistoiese e alle pendici dell’Amiata, in cui i cittadini lamentano l’assenza di un pediatra o il fatto di averlo a molti chilometri di distanza dal Comune di residenza – dice l’assessore regionale alla sanità Simone Bezzini - Con questo accordo, soprattutto nella prospettiva della costruzione di una rete di case di comunità capillare data dai progetti Pnrr, potremo ridurre queste zone in difficoltà».

Calo delle nascite, calo dei pediatri
Ma a cosa servono le Aft? «Chiariamolo subito: gli ambulatori restano dove sono e ogni pediatra continuerà a curare i propri assistiti. L’aggregazione è organizzativa e riguarda soprattutto l’individuazione di obiettivi comuni da raggiungere in una data zona distretto – spiega Paolo Biasci, pediatra e responsabile toscano della Fimp, la Federazione italiana medici pediatri - A Livorno l’Aft sarà costituita ad esempio dai 15 pediatri cittadini e dai due di Collesalvetti. Sotto il coordinamento di un referente, si daranno degli obiettivi comuni di salute e su percorsi assistenziali, in particolare rivolti ai bambini con patologie croniche. Obiettivi come la copertura vaccinale, appunto, o di altro tipo, per cui dovrà nascere una collaborazione, ma che dovranno essere chiari e misurabili».

La copertura dei vaccini

Fra i target la delibera individua proprio la copertura sui vaccini per l’infanzia. Così, mille euro annui andranno ai pediatri che garantiranno una copertura del 95% sulla terza dose esavalente entro i 24 mesi, altri mille per chi assicurerà una copertura del 95% sul vaccino trivalente per morbillo, parotite e rosolia sempre entro i 24 mesi di vita, e mille per chi riuscirà ad ottenere l’80% della copertura vaccinale sugli under 12 per il papilloma virus. «I relativi premi – specifica la delibera - sono dimezzati per il raggiungimento di coperture tra 92 e 95% per terza dose esavalente e morbillo, e di coperture tra 71 e 80% per papilloma virus. Per coperture inferiori a quanto sopra specificato non è previsto alcun incentivo». Al referente della Aft è riconosciuto un compenso forfettario annuo pari a 10.000 euro.

Proprio a inizio estate la Regione ha individuato 50 zone carenti in Toscana, aree in cui mancava un pediatra a causa dei pensionamenti che non erano ancora stati sostituiti. Oggi i 50 nuovi dottori per i piccoli sono entrati in servizio e sono rimaste poche le enclave in sofferenza. Per intendersi, non mancano i pediatri, ma sono aree difficili da coprire per la ritrosia dei giovani pediatri a basare la propria attività in luoghi difficilmente raggiungibili e lontani dai grandi centri. Le Aft dovrebbero contribuire anche a ridurre questo gap socio-sanitario.

Fra le linee guida contenute nell’accordo si prevede di assicurare i livelli essenziali di assistenza (Lea) a tutti gli assistiti; garantire nel territorio-distretto l’assistenza dalle 8 alle 20 dal lunedì al venerdì; promuovere attività di sostegno alla genitorialità, fare prevenzione, diagnosi precoci, percorsi per i bambini con malattie croniche, corretti stili di vita, condividere percorsi di assistenza e per questo potranno nascere Aft con una sede di riferimento. 


 

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