Prato, scioperanti aggrediti da un commando armato di spranghe: 4 all’ospedale. «La prossima volta vi spariamo»
Spedizione punitiva nella notte davanti a una pelletteria di Seano, una delle cinque aziende scelte dal Sudd Cobas per l’iniziativa “Strike Day”. Manifestanti in corteo prima dell’alba in città
PRATO. «La prossima volta vi spariamo». Lo hanno detto i componenti di un gruppetto di cinque persone che stanotte intorno alle 2 hanno aggredito a colpi di spranga il picchetto del sindacato Sudd Cobas davanti alla confezione pelletteria cinese Lin Weidong di Seano, in via Galilei, dove da domenica è in corso una vertenza per chiedere il rispetto del contratto nazionale di lavoro contro i turni di 12 ore per sette giorni. In quattro sono finiti all’ospedale: due operai, uno studente e Luca Toscano, che insieme a Sarah Caudiero negli ultimi anni è stato l’anima prima del Si Cobas e ora del Sudd Cobas.
Secondo la testimonianza di Toscano, gli aggressori erano cinque e quasi certamente tutti italiani, col volto parzialmente coperto da cappellini. Hanno picchiato tutti quelli che si sono trovati davanti e andandosene hanno minacciato: «La prossima volta vi spariamo». Sul posto sono poi arrivati i carabinieri che ora stanno conducendo le indagini per risalire agli aggressori.
La pelletteria cinese di Seano è l’unica delle cinque aziende cinesi prese di mira dal Sudd Cobas a non aver mostrato segni di cedimento nella regolarizzazione degli operai, mentre con altre tre sono stati raggiunti accordi e con una quarta era in programma un incontro stamattina, 9 ottobre. Da domenica è in corso l’iniziativa “Strike Day” del sindacato per il rispetto del contratto di lavoro nelle piccole e piccolissime aziende a conduzione cinese.
Durante la notte, subito dopo l’aggressione, alcune decine di iscritti e simpatizzanti del sindacato hanno improvvisato un corteo nel centro di Prato per dare simbolicamente la sveglia alla città. “Prato si deve svegliare – hanno scritto su Facebook – Le istituzioni fanno finta di non vedere. Perché a essere aggrediti sono gli operai, sono gli stranieri, sono gli invisibili che lavorano 12 ore al giorno nei capannoni. Allora stanotte Prato la svegliamo noi. Svegliamo la Questura, la Prefettura, il Comune. Basta aggressioni mafiose contro chi sciopera”.
"Se esistesse una statistica per le aggressioni a lavoratori in sciopero Prato sarebbe in cima alla lista – si legge in una nota del sindacato – Ma la statistica non esiste, perché aggressioni del genere sono più uniche che rare in altri territori. Nella provincia di Prato è diventata ormai la normalità. Questa volta gli aggressori erano italiani. Persone assoldate da un sistema mafioso che controlla il distretto e cerca di mettere a tacere i lavoratori e il sindacato che li organizza. Lavoratori che lottano per il diritto di lavorare con dignità 40 ore a settimana invece che 12 ore al giorno 7 giorni su 7. É l'ora che Prato si svegli! Il nostro territorio è ostaggio di queste realtà. Le istituzioni negli anni sono rimaste immobili di fronte a queste aggressioni, immolando sull'altare del profitto la vita di migliaia di operai e operaie e la libertà sindacale. Il picchetto a Seano continua. È la sfida che lanciamo a chi pensa di chiudere uno sciopero con la violenza e l'intimidazione mafiosa. Ci attaccano perché gli scioperi vincono e trasformano pezzo dopo pezzo questo distretto, come dimostrato in questi giorni di Strike Day. La mobilitazione nei prossimi giorni si farà più forte”.
«E’ intollerabile che lavoratori in sciopero siano aggrediti. Come ho fatto già in passato, chiederò al Prefetto di convocare un tavolo sulla sicurezza a Carmignano – ha detto Edoardo Prestanti, sindaco di Carmignano – Non si può stare in silenzio di fronte a questo modo di sfruttare il lavoro. Occorre una reazione, anche delle istituzioni, e di chi ha la responsabilità di verificare le condizioni di lavoro». Il sindaco Prestanti, accompagnato dal vice sindaco Federico Migaldi, ha voluto personalmente portare la propria solidarietà ai lavoratori in sciopero, recandosi nel pomeriggio al picchetto operaio in via Galilei, dopo l’aggressione subita nella nottata.
«Non si può assistere – ha proseguito il sindaco – ad aggressioni squadristiche nei confronti di lavoratori che vogliono solo testimoniare le condizioni in cui sono costretti a lavorare. Non soltanto è inaccettabile, ma è assolutamente inconcepibile che avvengano queste cose. C’è ormai una tendenza a comprimere i diritti dei lavoratori e rendere sempre più precario il mondo del lavoro. Ripeto: chiederò al Prefetto di convocare a Carmignano il tavolo sulla sicurezza, è necessario che si provveda con azioni di verifica sullo sfruttamento nel mondo del lavoro. C’è bisogno di controlli, controlli e controlli».
«Il Partito democratico di Prato esprime piena solidarietà ai lavoratori e ai sindacalisti aggrediti». Lo ha detto Aksel Fazio, responsabile lavoro del Pd di Prato. «Siamo di fronte a comportamenti barbari: non riuscendo a piegare i lavoratori alle logiche del profitto, si passa alla violenza per intimorire chi fa sciopero. Non solo dobbiamo pretendere dalle autorità competenti che intervengano e verifichino quanto denunciano i manifestanti, ma servono fatti. Il tavolo con i sindacati confederali aspetta ancora risposte dal Governo per una prospettiva di sviluppo diversa. Senza interventi lo sfruttamento dilagherà ancora. Dobbiamo rilanciare la centralità della responsabilità dei committenti, sanzioni penali per gli sfruttatori, il protocollo lavoro sicuro. E dobbiamo vedere il fenomeno per quello che è: un tema strutturale, che come tale va aggredito. I recenti episodi di violenza a Prato non sono fatti isolati, ma l'espressione di un sistema che genera profitti sullo sfruttamento dei lavoratori. È ora di colpirlo alla radice. Serve un cambio di rotta radicale, con un patto sociale contro lo sfruttamento che metta al centro la dignità del lavoro, e lanci il distretto in nuove prospettive di sviluppo. Prato può diventare sperimentazione per nuove modalità di contrasto sistemiche, fondate sulla responsabilità solidale e l'impatto sociale. Non solo solidarietà, ma fatti a tutela degli invisibili».