Frida apre un nuovo sportello d’aiuto
Domani l’associazione compie 5 anni: al via un punto di sostegno alle donne disabili che subiscono violenze
EMPOLI. Un grande mazzo di mimosa al posto della tradizionale torta: domani l’associazione Frida di San Miniato festeggia cinque anni di vita. Cinque anni di sostegno alle donne. E lo fa con un doppio avvenimento: l’iscrizione alla associazione nazionale Dire e l’annuncio della prossima apertura di un luogo per accogliere le donne maltrattate che devono lasciare il proprio domicilio. Una struttura che presto sarà inaugurata a San Miniato Basso, grazie a un finanziamento - già avuto - dal Ministero e al sostegno , sempre finanziario, che ha assicurato la Società della Salute del Basso Valdarno, partner del percorso che Frida sta compiendo da quand’è nata.
Uno sportello a Empoli. «La collaborazione con la Società della Salute e con gli altri enti territoriale è importante – spiega Rosalba Taddeini, socia fondatrice e presidente dell’Associazione Frida – perché nel segno del motto “insieme si può fare”, il legame tra le istituzioni e chi può essere specializzato in certe tematiche, è proficuo. L’integrazione sociale, nel caso di donne maltrattate, è essenziale: altrimenti si resta isolati».
È questo il percorso che porta a una delle tante ricerche che Frida sta sviluppando, attraverso l’opera di ogni giorno. Si chiama Aurora ed è una ricerca-azione ed emersione della violenza di genere sulle donne disabili. Uno sportello, con un recapito telefonico che funziona 24 ore su 24 e che ha come obiettivo l’acquisizione di consapevolezza, da parte delle donne vittime di violenza domestica, sui propri diritti.
Lo sportello, che verrà ospitato dalla sede dell’Asia - l’associazione spastici - di Empoli, verrà aperto nelle prossime settimane.
I costi della violenza, per le donne. Un altro progetto, già avviato da Frida, riguarda proprio il costo sociale della violenza di genere. «Abbiamo già contattato le istituzioni che ruotano intorno a questa tematica – prosegue Rosalba Taddeini – come, ad esempio, il presidente del Tribunale di Pisa. Vogliamo mettere a fuoco qual è il costo di una storia di violenza. Fino a oggi esistono solo delle stime, ma ci chiediamo, qual è il costo per affrontare una separazione legale, quale quello per un iter processuale».
I numeri del problema. Frida ha cinque anni. Li compie domani. Non è un caso che per il suo battesimo sia stata scelta la data dell’otto maggio. Con il percorso compiuto, l’esperienza accumulata, adesso, può ambire ad associarsi con la “sorella” nazionale, l’associazione Dire.
Cinque anni di sostegno alle donne che sono serviti anche per capire qual è la portata del problema nel nostro territorio.
Sono 125 le donne che Frida sta aiutando. «Rappresentano – spiega Giulia Zanchi, altra socia fondatrice – secondo le statistiche internazionali, solo il dieci per cento di quelle che sono vittime di violenze, perché solo una donna su dieci denuncia le violenze subite».
Di queste il 73 per cento abita nella zona del Cuoio, il 20 per cento nell’Empolese e nella Valdelsa, le altre nel resto della Toscana.
Il 78 per cento è vittima di maltrattamento:da quello psicologico allo stalking, fino ad arrivare agli abusi sessuali, subiti anche in età infantile.
L’87% delle volte a fare violenza è il proprio partner o l’ex compagno;dieci volte su cento è un parente (padre, zio, addirittura fratello o figlio). Mentre solo il 3% dei casi riguarda un conoscente o uno sconosciuto.
L’identikit del “mostro” è netto: nel 76 per cento dei casi è un italiano (le vittime sono al 68% italiane).«Il ché significa che spesso si tratta di coppie col marito italiano e la moglie straniera. E quindi anche con maggiore difficoltà, da parte femminile, di esercitare i propri diritti», conclude Chiara.
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