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Pistoia, ambulanti sul piede di guerra contro le bancarelle “straniere”

Pistoia, ambulanti sul piede di guerra contro le bancarelle “straniere”

Sconcerto da parte dell’Anva Confesercenti per il nulla osta del Comune all’evento domenicale in Duomo del mercato di “Forte dei Marmi”

19 ottobre 2024
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PISTOIA. Non si tratta di una fiera di prodotti caratteristici legati alla Versilia e al suon entroterra. Abbigliamento, oggettistica per la casa, utensili per la casa... Sulle bancarelle ci saranno quegli stessi prodotti che ogni mercoledì e sabato vengono messi in vendita durante il mercato bisettimanale di Pistoia. Ed è per questo che, reduci dai traslochi estivi imposti dal festival blues, dalla Giostra dell’Orso e dagli altri appuntamenti del Luglio, gli ambulanti dell’ Anva Confesercenti sono scesi sul piede di guerra quando hanno saputo che la “loro” piazza del Duomo ospiterà, una delle prossime domeniche, sarà occupata dai colleghi del consorzio “Mercato di Forte dei Marmi”.

L’Anva spiega di aver «accolto con estremo stupore la decisione dell’amministrazione comunale di autorizzare in una prossima domenica un’iniziativa commerciale su area pubblica per tanti aspetti similare al mercato bisettimanale cittadino in piazza del Duomo – Mentre da una parte il mercato bisettimanale è costretto a traslocare dal centro allo stadio, come già successo nel mese di settembre e ancora prima per il Luglio Pistoiese (a causa della concomitanza di altri eventi), oltretutto senza possibilità di recupero o di edizioni straordinarie da svolgersi nell’ubicazione tradizionale, un’iniziativa analoga è in procinto di prendere vita in città».

Nelle settimane scorse più volte gli ambulanti hanno lamentato vistosi cali degli incassi durante i temporanei trasferimenti. Ed è per questo che sono ancora più infuriati.

«Si tratta, a nostro avviso – spiega il presidente Michele Coppelli – di un’iniziativa che non porta assolutamente nulla di più di quanto già offerto dalla città, con la sola eccezione che, rispetto agli eventi fin qui visti (fuori dal centro), non si favorisce minimamente la partecipazione di coloro che già lavorano quotidianamente sul territorio. In altri termini, di “tematico”, rispetto all’offerta commerciale già presente a Pistoia, sia in sede fissa che su area pubblica, c’è ben poco».

L’Anva Confesercenti sottolinea che spesso questi consorzi con la dizione “Forte dei Marmi” non hanno nulla a che fare con la Versilia e con gli operatori che vi esercitano.

«È questa l’esperienza verificatasi puntualmente in tante città italiane. Per tale motivo ci aspettavamo un preventivo e opportuno confronto tra il Comune e le associazioni di categoria. Cosa non avvenuta. Così da apprendere di tale iniziativa dai cartelli pubblicitari che già da tempo sono presenti in qualche via cittadina. Oltretutto, la stessa realtà di Forte dei Marmi non favorisce lo scambio con mercati di altri comuni, in quanto riconosce solo il proprio».

«Giova ricordare – prosegue l’associazione – che fino a oggi le associazioni di categoria maggiormente rappresentative della città hanno sempre mantenuto un equilibrio nel promuovere iniziative commerciali su aree pubbliche, favorendo la partecipazione degli operatori del mercato cittadino e le aziende tipiche del nostro territorio. Per decenni le uniche fiere svoltesi sul territorio, prettamente “ambulanti”, sono state la Fiera di Primavera e la Fiera d’Autunno, allo stadio. A ciò se ne sono aggiunte poche altre, e in una zona periferica, promosse a seguito di specifiche richieste avanzate dalle attività commerciali dell’area interessata. Ora, oltre al proliferare di iniziative che replicano quanto già veniva fatto sul territorio, si va a interessare una parte della città che certamente non ne aveva bisogno e nella quale, nel caso, sarebbe opportuno coinvolgere gli operatori del mercato già presenti».

Sempre secondo Michele Coppelli, «autorizzando queste iniziative si portano risorse agli operatori dei mercati settimanali di altra località, producendo un danno significativo agli ambulanti del territorio. I Comuni dovrebbero investire maggiormente sul commercio ambulante locale e sulle attività del territorio per creare eventi e iniziative in grado di sostenerle, anziché proporre eventi che precludono per le loro caratteristiche l’accesso agli operatori locali. È inoltre necessario, come già da noi richiesto, formulare un’attenta programmazione delle iniziative commerciali su aree pubbliche, di concerto con le associazioni riconosciute, per evitare di ingolfare la città di iniziative senza un criterio oggettivo».

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