Pistoia, perseguitato dalla giovane amante: imprenditore “salvato” dal giudice
Misura cautelare per una 22enne accusata di stalking ed estorsione
PISTOIA. Per lui, ricco uomo d’affari, quella con la bellissima ragazza di quarant’anni più giovane conosciuta per motivi di lavoro sarebbe dovuta essere solo un’avventura, al più una storia extraconiugale senza particolari coinvolgimenti sentimentali. Ma dopo poche settimane si è trasformata in un vero incubo, costellato di minacce, insulti, pedinamenti, richieste di denaro e decine e decine di messaggi e telefonate ogni giorno. Tanto che l’uomo, temendo veramente per la propria incolumità – e soprattutto che l’amante andasse a raccontare tutto alla moglie, come più volte aveva minacciato di fare – si era visto costretto a sporgere denuncia, raccontando ciò che stava accadendo e consegnando ai poliziotti le copie dei messaggi e delle registrazioni dei vocali ricevuti.
A poche settimane da quella denuncia – integrata più volte per il susseguirsi delle minacce e dei ricatti – a mettere fine alla persecuzione è arrivata la misura cautelare del giudice delle indagini preliminari del tribunale di Pistoia, che ha disposto per la poco più che ventenne originaria dell’est europeo – accusata di atti persecutori, estorsione e furto – il divieto di avvicinamento alla vittima, con l’obbligo di mantenersi almeno a 500 metri dai luoghi da lui frequentati, in particolare dalle sue varie abitazioni, tra cui quella in cui vive la moglie. A notificarle il provvedimento del gip nella casa della Versilia dove la ragazza è ora ospite dei familiari sono stati i poliziotti del commissariato di Viareggio diretti dal primo dirigente Luigi Larotonda.
Come accennato, il facoltoso imprenditore e la bellissima ragazza si erano conosciuti per motivi di lavoro alcuni mesi fa e avevano iniziato a frequentarsi. L’uomo le aveva dato anche la possibilità di andare a vivere in un appartamento che lui ha a Pistoia, mettendole a disposizione inoltre una delle sue tante auto. L’idillio, però, era durato soltanto una ventina di giorni, fino a quando la ragazza aveva cominciato a pretendere di più, dal punto di vista sentimentale e anche da quello economico. Insomma, voleva che quell’uomo ricco e affascinante fosse tutto per lei. E l’insistenza, di giorno in giorno sempre più pressante, morbosa, si era trasformata in persecuzione. L’imprenditore le aveva detto chiaramente che lui, la moglie, non l’avrebbe mai lasciata e che il ruolo di amante era il massimo che la ragazza avrebbe potuto avere, ma non era servito a niente. Anzi. Erano iniziate le minacce, le estorsioni.
Se lui non avesse lasciato la moglie, lei sarebbe andato a denunciarlo inventandosi che l’aveva stuprata. E ancora: se non avesse continuato a darle settimanalmente almeno 200 euro e non gli avesse rimesso a disposizione una delle sue auto, sarebbe andata a raccontare tutto alla moglie (sapeva bene dove abitava dato che più volte era rimasta appostata in strada là davanti per tutta la notte) o avrebbe fatto qualcosa alle supercar che lui teneva in un garage di cui le aveva la copia delle chiavi (da qui l’accusa di furto, per aver rubato l’originale per farsi fare un duplicato). E, fra scenate di gelosia e decine di telefonate giornaliere, anche alle ex amanti dell’uomo, per metterlo in cattiva luce, quando lui, esasperato, aveva deciso di troncare la relazione, anche la velata minaccia di fargliela pagare con l’aiuto di qualcuno qualora lui fosse andato denunciarla.