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Arno, a Pisa abitazioni sempre più a rischio in golena: «Un piano per spostarle»
Ordinanza di chiusura del viale D’Annunzio revocata. Ma spunta un’idea del sindaco Conti: «Soldi dal governo per delocalizzare quelle case»
PISA. Nella tarda mattinata di ieri (sabato 15) è stata revocata l’ordinanza emessa il giorno precedente «al fine di permettere il rientro dei cittadini nelle abitazioni e la riapertura delle varie attività economiche poste in golena d’Arno». Residenze private, rimessaggi, ristoranti, attività ricreative, associazioni. Dal ponte del Cep sino alla foce dell’Arno, il viale D’Annunzio era stato dichiarato off-limits. «Un provvedimento necessario, era la zona più complessa lungo l’asse dell’Arno nel nostro comune. Eravamo intervenuti a livello precauzionale per il passaggio della piena. Il viale D’Annunzio è di fatto l’argine da quel lato e, in un momento difficile, poteva diventare pericoloso», così il sindaco Michele Conti e il responsabile della Protezione Civile del Comune, Luca Padroni.
La nottata è trascorsa senza particolari criticità. «È stata una piena sostenuta – hanno spiegato ieri mattina gli addetti ai lavori –, ma per fortuna tutto si è svolto nel migliore dei modi. Qualche esondazione in più, ma niente di particolare. Il fiume riceveva bene. La foce era libera e il mare calmo ha aiutato il defluire delle acque».
Tra i residenti evacuati, diversi sono stati ospitati da parenti e amici, ma c’è anche chi ha accettato una sistemazione in albergo. Nessuno, comunque, ha avuto paura. Chi vive sul fiume lo conosce bene. «Sono 65 anni che abito qui – ha detto una delle residenti “allontanate” –, di piene ne ho viste tante, capisco le responsabilità di chi amministra, ma anche altre volte il fiume ha fatto paura, tanta paura, ma nonostante questo ero fiduciosa. Poi, dopo la notizia dell’apertura dello Scolmatore, ancora di più».
Nessuna particolare tensione anche sul fronte dei rimessaggi nautici. In prima linea Massimo Bacherotti, titolare de Il Naviglio, presidente dell’associazione Porticcioli d’Arno, aderente a Confcommercio Pisa. «Attraverso il nostro gruppo whatsapp – racconta Bacherotti – tra noi associati siamo rimasti in contatto tutto il giorno e anche la notte. In questi anni abbiamo visto e affrontato tante piene. Anche questa è stata ben gestita a livello locale, in primis dal Comune di Pisa, con il sindaco, e poi dalla Regione, quindi come operatore capisco la necessità di un’ordinanza di chiusura per motivi di sicurezza, legato al divieto di accesso nei cantieri ai proprietari delle barche. Giusto aver esteso il provvedimento anche alle attività di servizi e ristorazione, oltre che ai residenti».
Bacherotti è rimasto tutta la notte a monitorare la situazione e ieri mattina, insieme ai colleghi, ha potuto tirare un respiro di sollievo. «Non dobbiamo dimenticarci però – ha continuato Bacherotti – che le attività nautiche sul fiume, oltre a essere un presidio di sicurezza e guardianaggio, hanno addetti formati per affrontare certe situazioni. Diverso è chi gestisce un ristorante o un bar, a cui va comunque la nostra solidarietà». Ma non solo. «È importante anche – ha concluso Bacherotti – provvedere alla manutenzione delle vie d’acqua, con la pulizia e il dragaggio della foce dello Scolmatore, e a un’implementazione di quelle che sono le strutture per rendere l’Arno un fiume tranquillo».
Questa esperienza induce comunque il sindaco Conti a una riflessione: «Occorre lavorare sulle zone golenali, pensare a grande piano che in qualche modo riduca o tolga le residenze. Dovremo chiedere soldi al governo per indennizzare le famiglie, in modo che vadano a vivere altrove. In certe situazioni diventa molto complesso far eseguire le evacuazioni. Meno persone vivono in golena e più sicurezza si crea. Non sono tanti i nuclei familiari, qualche decina, un po’ nel tratto iniziale e un po’ in quello finale». E le attività economiche? «Devono rimanere, però con alcune regole e alcune formule da seguire in situazioni come questa. Ci lavoreremo con il Genio Civile».
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