Pisa, aste giudiziarie pilotate: la Corte dei Conti assolve Luca Paglianti
All’architetto era stata contestata la perizia con cui aveva valutato un immobile
PISA. Pochi mesi fa l’architetto Luca Paglianti è stato assolto in tribunale a Genova dopo che era rimasto coinvolto, insieme ad altri professionisti, in un presunto sistema di aste giudiziarie pilotate per case e terreni, avvenute a Pisa e che nel 2018 portò a sette arresti. Ora è stato assolto anche dalla Corte dei Conti. Inizialmente Paglianti era stato citato in giudizio per un presunto danno erariale di circa 6. 700 euro. C’era il sospetto che avesse sottostimato il valore di un immobile in una perizia, con il fine di agevolarne la vendita. La Corte dei Conti, sezione giurisdizionale Toscana, ha rigettato la domanda nei suoi confronti, accertando l’assenza di qualsiasi condotta illecita o dolosa e rilevando che non c’era alcuna prova di una valutazione errata del bene o di un suo coinvolgimento in attività illecite.
Anzi, la sentenza, come spiega l’avvocato GuidoMaria Tacchi di Viareggio, ha stabilito che il Ministero della Giustizia e il Ministero dell’Economia e delle Finanze dovranno rifondere le spese legali sostenute da Paglianti. «Questo verdetto non solo conferma l’assoluzione già ottenuta in sede penale da Paglianti, ma rafforza ulteriormente la sua posizione, sgombrando ogni dubbio sulla sua professionalità e integrità». Fin dall’inizio della vicenda giudiziaria Paglianti aveva respinto le accuse.
«Questa sentenza rappresenta un pieno riconoscimento della correttezza del lavoro svolto dal mio assistito e pone definitivamente fine a una vicenda giudiziaria che, seppur lo ha visto coinvolto, si è rivelata priva di fondamento. Con questa decisione, l’architetto Paglianti ottiene finalmente piena riabilitazione, vedendo riconosciuta l’assenza di qualsiasi responsabilità a suo carico. È una conferma importante della sua integrità professionale e della correttezza del suo operato» commenta l’avvocato Tacchi.
Il caso delle aste giudiziarie pilotate, al centro del quale spiccava un giudice del Tribunale di Pisa, sezione civile, Roberto Bufo, poi sospeso dal servizio, risale al gennaio 2018.
La procura della Corte dei Conti per la Toscana riteneva che le condotte contestate alla maggior parte degli imputati non solo avessero un rilievo penale ma anche di carattere amministrativo con conseguente danno erariale. Un anno fa tutti i soggetti coinvolti hanno ricevuto la richiesta di provvedere al risarcimento del danno in favore del ministero della Giustizia e del Ministero dell’Economia e delle Finanze. La Corte dei Conti rigettando la domanda ha messo fine alla vicenda anche dal punto di vista erariale.
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