Influenza in Toscana, parla l’esperto: i sintomi, quando arriva il picco e i vaccini
Luca Puccetti (segretario della Fimmg) spiega: «Hanno aderito alla campagna anche tanti giovani»
PISA. «A Pisa e provincia l’influenza di stagione non ha ancora raggiunto il suo massimo picco di espansione, complice anche una buona campagna di vaccinazione che quest’anno ha riguardato anche molti giovani. La guardia comunque resta alta, soprattutto in merito alle persone anziane e più fragili». Parola di Luca Puccetti, segretario della Fimmg di Pisa (Federazione medici di famiglia) che ci presenta un quadro, sotto il punto di vista sanitario, ben sotto controllo.
Dottor Puccetti, visto l’andamento ci dobbiamo aspettare un febbraio sotto le coperte?
«Le previsioni ci dicevano che il numero massimo dei casi avremmo dovuto registralo durante il periodo delle festività natalizie. Storicamente i picchi dell’influenza si registravano intorno alla terza settimana del nuovo anno per poi assistere ad una discesa graduale dei casi. Quest’anno nel nostro territorio siamo di fronte a una situazione completamente diversa. L’influenza non è ancora esplosa e quindi si presume che il picco massimo possa essere spostato alle prime settimane di febbraio. Questo, almeno, è quanto prevedono i modelli matematici che ci vengono forniti dal Ministero, vedremo poi sul campo che cosa accadrà».
Il ritorno a scuola, dopo la pausa festiva, potrà contribuire ad accelerare il picco?
«È probabile, come accade sempre, quando si torna a svolgere le attività in luoghi chiusi. E questo vale anche per chi lavora in ufficio o chi frequenta locali pubblici, venendo a contatto con un numero maggiore di persone rispetto alla cerchia familiare».
Che tipo di influenza ci dobbiamo aspettare quest’anno?
«Le nostre previsioni come sempre sono basate dalle informazioni che ci arrivano dall’Australia, dove il virus arriva temporalmente per prima. E, da quanto sappiamo, sarà un’influenza abbastanza tosta. Questa comunque non è una novità, sono alcuni anni che ci ritroviamo ad affrontare casi severi e impegnativi. Per il momento non mi sento di dipingere situazioni drammatiche. Già diversi pazienti hanno superato la malattia di stagione, senza complicazioni. Diciamo che in queste settimane ci sono stati anche casi legati a virus diversi che hanno creato complicazioni gastro-intestinali o alle prime vie respiratorie, patologie comunque risolte nel giro di pochi giorni, senza l’utilizzo di farmaci».
Quest’anno lei ha parlato di una buona campagna vaccinale, quindi i risultati si stanno vedendo?
«Per il momento penso di sì. Quest’anno dopo alcuni problemi iniziali legati alla distribuzione, i vaccini sono arrivati per tutti e molti hanno deciso di approfittare della campagna, compresa anche quella legata al Covid. Non solo persone anziane e fragili con patologie, dove il vaccino è consigliatissimo, ma anche adulti e giovani hanno risposto sì in maniera convinta. Questo ha permesso di creare, secondo me, per il momento, un salvagente che può aver rallentato la propagazione del virus. Vedremo nelle prossime settimane come il quadro evolverà. Noi siamo qui, pronti a venire incontro alle richieste dei nostri pazienti. Non bisogna dimenticare però, e questo ce lo ha insegnato l’esperienza passata, che anche i virus influenzali a volte mutano e non sempre i vaccini possono essere una barriera impenetrabile».
Quali sono i consigli per “evitare” di ammalarsi?
«Il vaccino al primo posto. Anche se al momento è un pochino tardi, comunque per chi vuole le dosi sono sempre a disposizione. Poi è bene evitare colpi di freddo, non frequentare luoghi affollati e di fare una buona scorta di vitamina C, tramite il consumo quotidiano di frutta e verdura».
E quando si finisce a letto?
«Bisogna ricordarsi che occorre stare sempre al caldo e a riposo: anche se è una influenza, il nostro corpo ha bisogno dei suoi tempi. Bisogna bere molta acqua e, nel caso di febbre particolarmente alta, di ricorrere a farmaci antipiretici come ad esempio il paracetamolo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA