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Pisa, la chiesa di San Francesco rivede la luce: restauro da 5 milioni. Ecco il progetto

di Francesco Loi
Pisa, la chiesa di San Francesco rivede la luce: restauro da 5 milioni. Ecco il progetto

Pubblicato il bando di gara per assegnare l’appalto. I lavori riguarderanno il tetto, il campanile e il chiostro

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PISA. Ci vorranno più di due anni, è vero. Ma almeno ora esiste una prospettiva certa. La chiesa di San Francesco, chiusa dal settembre 2015 per problemi di sicurezza dopo il crollo di parte del tetto, riaprirà. Il monumento, come si dice in questi casi, verrà restituito alla città, oltre che alla comunità dei fedeli.

Nei giorni scorsi è stato pubblicato il bando di gara per affidare i lavori di restauro, con un importo di quasi 5 milioni di euro. La gara è indetta e gestita dalla Sovrintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Pisa e Livorno in qualità di stazione appaltante per conto del Segretariato regionale per la Toscana.

L’intervento negli atti è così definito: “Chiesa di San Francesco ai Ferri-Verifica del rischio sismico, riduzione della vulnerabilità, restauro”.

L’importo complessivo dell’appalto è di 4.784.738,84 oltre iva, comprensivo dei costi per la sicurezza e della mano d’opera, così suddiviso: costi della sicurezza 1.178.522,57 euro (non soggetti a ribasso); costi della manodopera 1.733.261,79 euro. Di conseguenza la cifra posta a base di gara (da sottoporre a ribasso) è di 3.606.216,27 euro.

La durata dell’appalto è prevista da progetto in 750 giorni naturali e consecutivi dalla data del verbale di consegna dei lavori. Le domande per partecipare dovranno essere presentate entro le 12 del 15 gennaio prossimo.

I lavori previsti dall’appalto riguardano il consolidamento e il restauro strutturale con miglioramento sismico del corpo principale del complesso di San Francesco ai Ferri, «costituito – si legge negli atti della Sovrintendenza – dalla navata, dal transetto e dalla zona absidale della chiesa, nonché dal campanile dello stesso complesso e da una porzione della copertura del chiostro adiacente alla chiesa sul fronte nord».

Nello specifico il progetto comprende il totale rifacimento delle strutture lignee delle coperture («non recuperabili» dopo il danneggiamento da infiltrazioni, si specifica nelle relazioni tecniche) introducendo elementi in legno lamellare analoghi per tipologia e dimensioni a quelli esistenti.

In più l’introduzione di presidi metallici “nascosti” per migliorare la risposta sismica della fabbrica, oltre che opere di consolidamento murario necessarie non solo per “ricucire” le fratture e le lesioni presenti, ma anche per migliorare il comportamento unitario dei setti murari.

L’intervento «muove le sue basi – si legge ancora negli atti – dall’esigenza di dover ripristinare le strutture di coperture lignee con altre analoghe, ma che possano soddisfare le richieste in termini di sicurezza statica prevista dalle attuali normative. Come sopra detto, gli interventi di consolidamento e restauro sono estesi anche al campanile e a parte del chiostro».

Nelle premesse del bando di gara sono illustrate anche le modalità da seguire. «Si prevede che gli interventi siano eseguiti per parti successive o settori omogenei, suddividendo la chiesa in varie aree d’intervento, conseguenti alla sua conformazione architettonica: la navata, il chiostro, la zona del transetto centrale e dei transetti laterali e il campanile. La navata, per la quale sono previsti dei tempi di cantierizzazione maggiori delle restanti parti della chiesa, sarà a sua volta ulteriormente suddivisa in due settori di lavoro, per limitare e ottimizzare le risorse impegnate nell’utilizzo e nel noleggio dei ponteggi, sia esterni, sia interni. Analogamente le opere destinate alle coperture del transetto saranno suddivise fra la parte centrale, le navate laterali e la zona absidale».


 

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